GENOVA -"A metà giugno in piena notte hanno preso il tombino qui davanti, l'hanno scaraventato contro la vetrata, sono entrati e hanno preso il fondo cassa, bottino magro ma tanti danni...".
Laura Addino (foto in basso a sinistra) è dipendente del negozio Mescite di vico Notari, uno dei locali del centro storico presi d'assalto dalla gang del tombino che nel giro di un paio di mesi ha colpito sei volte, dalla Maddalena a Prè, e poi in zone Erbe, la più presa di mira dove i raid sono stati quattro, l'ultimo dei quali in danno di una bigiotteria di piazza Ferretto.
Così fra i commercianti del centro storico privi di serranda si è diffusa la psicosi. Come ammette Cinzia Pescia (in basso a destra), titolare di un negozio di abbigliamento di salita Pollaioli privo di saracinesca e che ora osserva quasi con paura il tombino situato davanti alla vetrata. "Li dovrebbero saldare, bloccarli, tanto in vent'anni non li ho mai visti pulire e sono sempre pieni di liquami anche quando c'è siccità".
Poco lontano la titolare di un negozio di oggettistica, Laura Accomando (foto in alto), del Comitato Vivere il Centro Storico, conferma che i commercianti con locali senza serranda hanno paura, lei invece si sente appena più tranquilla perché le sue vetrate quando chiude le copre con ormai datata ma sempre validi pannelli di legno.
Il paradosso di questa storia è che la gang del tombino grazie alle immagini delle telecamere è stata individuata dagli agenti del commissariato di polizia di piazza Matteotti che hanno già arrestato un ladro, un torinese tradito da un tatuaggio, e identificato il resto della gang, altri tre o quattro ladri, fra cui almeno una donna.
Siccome è trascorsa la flagranza per fermarli gli agenti hanno chiesto, ormai da più dieci giorni, misure restrittive al magistrato di turno, che però non sono ancora state concesse.
E così, pur identificata, quel resta della gang del tombino, continua a rimanere libera di assaltare i negozi e togliere il sonno ai commercianti della città vecchia.
IL COMMENTO
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