GENOVA - Il 20 luglio del 2001 verrà ricordato come la peggior pagina di cronaca legata a una manifestazione della storia di Genova, e non solo di Genova. Carlo Giuliani, 23 anni, viene ucciso in piazza Alimonda, colpito da una pallottola partita dalla pistola del carabiniere Mario Placanica, anche lui giovanissimo, dentro un Defender rimasto bloccato.
È il tilt dell’ordine pubblico, emergono le falle della gestione della sicurezza al vertice, con forze dell’ordine che arrivavano per la maggior parte da fuori città e quindi non ne conoscevano le vie, ma anche del black out delle comunicazioni radio, come rivelato nella docuserie di Primocanale dell’allora ministro degli Interni Claudio Scajola.
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Il caso verrà archiviato, passando per lunghe perizie, storie di proiettili deviati da sassi, di dubbie distanze tra Giuliani e il Defender (come insiste il papà della vittima che sostiene "Carlo era a 5 metri"), dell’origine dell’estintore che avrebbe innescato la paura che fece scattare lo sparo. Fu legittima difesa di Placanica? Non siamo qui per giudicare, non lo ha fatto neppure il processo, solo per raccontare.
La città nel frattempo era stata devastata da black bloc che distrussero tutto ciò che capitava sotto mano: zona Brignole, assalto al carcere di Marassi, disordini in via Tolemaide e piazza Giusti, solo per citarne alcuni.
Ma non è finita, ora a spaventare è quello che potrà succedere il giorno dopo, come reagirà la piazza a questa morte?
IL COMMENTO
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