GENOVA - I finanzieri del comando provinciale di Genova hanno eseguito 2 ordinanze di misura cautelare personale – di cui un arresto in carcere e l’altro domiciliare – nonché il sequestro di oltre 200.000 euro di denaro ed altri beni, ritenuti guadagno delle attività illecite di una società genovese operante nel settore del commercio degli autoveicoli.
L'attività investigativa, che dovrà essere confermata ed accolta dai giudici nelle ulteriori fasi del procedimento penale, ha portato alla luce un sofisticato meccanismo di frode attraverso il quale un autosalone genovese, mediante l’interposizione di società cartiere intestate a dei prestanome e dislocate in diverse zone, è riuscita a commercializzare autovetture di provenienza estera, principalmente dalla Germania, a prezzi oltremodo concorrenziali evadendo l’IVA.
I Finanzieri del Nucleo Operativo Metropolitano di Genova hanno accertato che fin dagli inizi dell’anno 2020 veniva simulato l’acquisto diretto da parte dei clienti finali presso i rivenditori esteri senza alcuna intermediazione. Per ottenere la prescritta immatricolazione da parte della Motorizzazione Civile, veniva prodotta ed utilizzata documentazione contraffatta attestante il pagamento dell’I.V.A. dovuta, di fatto mai assolta.
A partire dall’anno 2021, gli autori del raggiro, oltre all’ausilio delle “cartiere” italiane, facevano figurare il transito dei veicoli, solo cartolarmente, attraverso la Repubblica di San Marino dove, fraudolentemente, veniva fatto risultare l’assolvimento dell’I.V.A.. L’immatricolazione italiana veniva, quindi, ottenuta attraverso la presentazione di documentazione, artatamente riprodotta, attestante l’assolvimento dell’imposta nel predetto Stato estero.
Determinante, per creare un falso credito I.V.A. da utilizzare per rendere appetibile il prezzo di vendita delle vetture importate e massimizzarne i profitti, è stato il ruolo delle cartiere italiane che hanno fatturato all’autosalone genovese le vetture provenienti dall’estero importate.
IL COMMENTO
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