Ventimiglia, città spaccata dalla proposta di un Centro rimpatrio

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VENTIMIGLIA - I migranti e la non accoglienza continuano a catalizzare l’attenzione. La proposta del Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi , di individuare un’area per creare un centro di permanenza di rimpatrio ( C.P.R), ha creato l’ennesima spaccatura nel mondo politico, delle associazioni e tra i residenti.

Chi lo vuole, come il sindaco Flavio Di Muro chi no, come l’opposizione, Caritas , e molti cittadini. I contrari al progetto vedono infatti nel CPR una sorta di campo detentivo, aperto alle richieste delle diverse regioni ma soprattutto ricettacolo di personaggi particolarmente fragili sotto il profilo psicologico.

Secondo Caritas inoltre, che da sempre punta alla riapertura di un centro di transito come l’ex Parco Roja, non risolverebbe assolutamente il problema dei migranti per strada e di giorno di notte.

Per quanto invece riguarda la sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea che, sulla base di un ricorso fatti da numerose associazioni di volontariato francesi sui respingimenti, ha redatto un documento in cui dice che la Francia deve rispettare le regole sui rimpatri e non può respingere immediatamente i migranti, Ventimiglia sta a guardare.

Secondo la Corte, infatti, i migranti devono poter beneficiare di un certo termine per lasciare volontariamente il territorio e l’allontanamento forzato avviene solo in ultima istanza. I più, a Ventimiglia, credono che l’area individuata dalla Francia alla frontiera di San Luigi, denominata “ centro di identificazione “ in un certo senso possa rappresentare quel limbo a cui si riferisce la sentenza della corta di giustizia dell’Unione europea.