GENOVA -"Mi hanno identificato quattro volte, ma che succede stasera...", borbotta confuso con la voce impastato un giovane tossicodipendente allontanandosi da via San Luca dall'ennesimo posto di controllo insieme a un'amica.
E' un venerdì sera insolito quello nel centro storico in cui va in scena la seconda operazione Alto Impatto voluta sulla scia dell'emergenza Caivano dal ministro degli interni Piantedosi, con agenti e militari che si danno appuntamento in piazza della Vittoria e poi si sparpagliano un po' ovunque nella città vecchia, come nei film.
I poliziotti li vedi con gli agenti della locale nella movida delle Erbe, i carabinieri e la guardia di finanza fra la Maddalena e Prè. Normale che la serata sia atipica e i punti tradizionali dello spaccio, da Caricamento a via San Luca, con la pressione di tante divise siano sguarniti, a volte deserti. Ci manca il cartello "torno subito" apposto dai pusher, ma il senso è quello.
Scende una leggera pioggerellina.
Gli agenti sono a caccia di nomi con cui riempire le caselle dei verbali di servizio. La notizia dei maxi controlli si è subito diffusa fra i ragazzi della movida che sciamano da una parte all'altra della città vecchia. Chi può rimane alla larga dai vicoli. Solo davanti ai locali delle Erbe e di San Bernardo c'è la ressa di sempre. A Prè invece pochissime persone, e così dai tombini fanno capolino i topi.
Ce ne sono ovunque di ratti, a Prè come alla Maddalena. La conferma che i problemi del centro storico non si risolvono con le divise e muscoli ma serve un'attenzione più attenta, al degrado sociale, per risanare davvero quella fetta di centro storico malato da dove la gente perbene alla fine va via. E dire che gli addetti dell'Amiu fanno il possibile.
L'Alto impatto di Piantedosi, inevitabile, si rivela così un impatto mignon che dura il tempo dei controlli, dalle 22 alla mezzanotte, in tutto vengono identificate 600 persone, una mole di lavoro che frutta una trentina di denunce, una decina di ragazzi con una "caccola" di fumo in tasca inoltre, sgamata anche dai cani antidroga, viene segnalata alla prefettura per il consumo di stupefacenti. Per loro un sacco di noie, anche con i genitori.
La mezzanotte è passata da pochi minuti quando una compagnia di giovani portoghesi si aggira delusa fra via San Luca e piazza Banchi alla ricerca di un locale aperto sino all'alba. Un passante gli indica la zona della movida dove è ancora tutto aperto e dove tutto è possibile sino alle ore piccole: dalle Erbe a San Bernardo. L'area dei cori da stadio e dei chupiti a un euro. I portoghesi sembrano ridestarsi, come gli spacciatori che gradualmente riprendono possesso dei loro angoli, alla Maddalena, come a Prè e pure in via San Luca.
L'Alto Impatto di Piantedosi, aspettando il prossimo, forse a gennaio, appena dopo la mezzanotte è già alle spalle, evapora con il passare dei minuti come l'odore dolciastro della marijuana che si avverte camminando fra i grappoli di ragazzi che ciondolando s'infilano in salita Pollaiuoli.
IL COMMENTO
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