Cronaca

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di Au. B.

GENOVA - Paura nel carcere di Pontedecimo dove un detenuto ha aggredito due poliziotti penitenziari dopo che gli era stata negata una seconda videochiamata.

La violenza è scaturita dal detenuto, un tunisino di 30 anni in carcere per reati di molestie sessuali e maltrattamenti in famiglia. L'uomo, dopo che gli è stata negata la seconda videochiamata tramite Whatsapp, ha iniziato a picchiare i due agenti con calci e pugni. 

Entrambi sono stati trasportati in ospedale. L'uomo era recluso nella parte dedicata ai sex offenders del carcere femminile di Pontedecimo.

"Tutto ciò è l'emblema dello stato drammatico delle carceri, che è peggiorato nell’ultimo periodo, ma che ha radici molto lontane e restituisce il risultato delle politiche inadeguate, miopi, incompetenti e non di rado propagandistiche dei governi, di qualunque composizione politica, che si sono succeduti almeno negli ultimi 25 anni. Abbandono dei reclusi con svilimento delle funzioni della pena detentiva che inducono fino al gesto estremo, trascuratezza organizzativa e per la Polizia penitenziaria costretta a operare con il 50 per cento di forza in meno in organico, insufficienza degli equipaggiamenti e insicurezza delle condizioni di lavoro" denuncia il segretario regionale della Uilpa Fabio Pagani.

"Secondo i dati censiti dall’Ufficio Attività Ispettiva e di Controllo del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, nei soli ultimi quattro mesi dell’anno appena trascorso ben 614 sono state le aggressioni dei detenuti nei confronti di appartenenti al Corpo di Polizia penitenziaria. Per esse, 137 sono stati i poliziotti/e che hanno riportato oltre 8 giorni di prognosi e 44 coloro che si sono visti prescrivere periodi di guarigione maggiori di 20 giorni - continua Pagani -. Negli stessi mesi, 2.877 sono stati i casi di resistenza e ingiuria a pubblico ufficiale nelle carceri. In media, si contano oltre 5 aggressioni e 24 casi di resistenza e ingiuria ogni singolo giorno. Difronte a questo quadro, il Governo Meloni prenda compiutamente atto della strisciante emergenza, fatta anche di sovrappopolamento detentivo, con circa il 130 per cento di presenze in più rispetto ai posti effettivamente disponibili, ma con punte di oltre il 200 per cento, e di penuria di operatori, alla sola Polizia penitenziaria servirebbero rinforzi per almeno 18mila unità, e vari un decreto carceri per consentire cospicue assunzioni straordinarie, con procedure accelerate, e il deflazionamento della densità detentiva pure attraverso una gestione esclusivamente sanitaria dei detenuti malati di mente e percorsi alternativi per i tossicodipendenti".