Cronaca

Sognava di fare l'attore o l'animatore turistico, si è ritrovato nelle stazioni, "ti senti fragile quando sai che nessuno si accorgerebbe della tua morte". Da lunedì in tv su Primocanale: gli orari
1 minuto e 46 secondi di lettura

GENOVA -"Ti senti un invisibile quando capisci che nessuno si accorgerebbe della tua morte".



Flavio, quarant'anni non portati bene, ammalato di più patologie psichiatriche, ha deciso di raccontare i suoi oltre vent'anni da clochard nelle stazioni e negli anfratti della Genova degli invisibili mettendoci la faccia nonostante lui si vergogni terribilmente della sua vita da randagio, "piuttosto che chiedere l'elemosina morirei di fame" assicura con un filo di voce a fine intervista.

Flavio ha accettato di parlare davanti a una telecamera perché lui, abituato, ormai rassegnato alla grande solitudine di chi non ha nessuno, ha per una volta l'occasione di tornare al centro della scena. Che poi era quello sognava da bambino: quando immaginava di fare l'attore o anche solo l'animatore turistico, perché dice senza modestia, lui sul palco ci sapeva stare.

Dal palco della vita però Flavio è caduto troppo presto, a 17 anni e mezzo, quando si è ritrovato con un trolley su una strada e la prospettiva di dormire in stazione, con la paure e un senso di sconfitta e di tristezza di non avere più la sua famiglia, "parlo anche perchè spero la mia storia possa servire ad altri a non finire in strada".

Sui motivi per cui è finito in strada, racconta una storia talmente assurda da sembrare poco credibile, una mamma e due fratelli maggiori che gli hanno sbattuto la porta in faccia perché malato psichiatrico e non poteva contribuire all'economia domestica. Storia tutta da verificare a cui però io, Michè,  credo, perché Flavio appare sincero e perché a volte la realtà è più brutta di ogni fantasia.

Flavio che ti lascia senza fiato quando, prima di salutarti, camminando in piazza Martinez, a San Fruttuoso, dove va alla mensa della Caritas, dice con un velo di tristezza: Ti senti davvero invisibile quando prendi coscienza che nel caso morissi non se ne accorgerebbe nessuno".
 
Che poi è la paura più angosciante di tutte le persone sole.

IN TV

Gli orari in cui la storia della settimana di Michè sarà visibile in tv, su Primocanale al canale 10

Lunedì, 7.30/12.30/17.15/22.30
martedì, 10/17/20.34
Mercoledì, 16.48/00.30
Giovedì, 7.20/20.30
Venerdì 17.34
Sabato 18.30
Domenica 9.30/18.12/20.15

ARTICOLI CORRELATI

Sabato 27 Aprile 2024

A Michè la storia di Bertin, l'ultimo strillone di Genova

Bertino Cresta, 94 anni, per vent'anni ha battuto vicoli e centro città sgolandosi per vendere i giornali del pomeriggio, quasi sempre il Corriere Mercantile, oggi nel ricordare quel lavoro rivela che a volte per vendere più copie gonfiava le notizie
Domenica 31 Marzo 2024

A Michè Christian Blef, star del writing: "Salvato dai colori"

Le due esistenze del pompiere genovese leggenda internazionale della street art: l'affermazione, la lotta con un tumore che di solito non dà scampo, e la rinascita, grazie alla moglie, la figlia e le sue bombolette dalle mille sfumature
Lunedì 25 Marzo 2024

A Michè la storia di Kalifa, "sono salito sul gommone per fuggire dai lager libici"

Il dramma di un gambiano diventato uomo senza giocare ora abitante a Sestri Ponente: "Non volevo venire in Italia, ma da quell'orrore, dalla Libia, è impossibile tornare indietro"
Sabato 09 Marzo 2024

A Michè la storia di Nicola, l'alcolista che non osava più guardarsi allo specchio

Ha deciso di smettere quando disperato è salito in piedi su un davanzale al quinto piano, "l'alcol mi dava la forza che non avevo ma mi ha tolto tutto". Fuori dal calvario grazie ad Alcolisti Anonimi: "Ogni giorno senza alcol è una conquista"
Sabato 02 Marzo 2024

A Michè la trans Rossella: "I miei uomini senza segreti"

Fuggita da Lucca e da un papà che non poteva capire un figlio che giocava con le bambole, lei è stata salvata da Don Gallo e ora a 80 anni si commuove ricordando la mitica "Marechiaro". "Sui mie clienti potrei scrivere un trattato di sessuologia"