Cronaca

L'accusa contestava alla Besta e al marito, ora defunto, di essersi appropriati di 900mila euro
1 minuto e 5 secondi di lettura
di Alessandra Boero

Accusata di peculato nella gestione del patrimonio di Barbara Agnesi ( mancata nel 2017 a causa di una malattia degenerativa), figlia di Riccardo ( deceduto pochi mesi fa), Barbara Besta è stata assolta perché il fatto non sussiste. Questa la sentenza pronunciata, nelle scorse ore,  dal collegio composto dai giudici Indellicati, Minieri e Romano. 

La Besta, insieme al suo secondo marito Riccardo, erede dello storico pastificio, era accusata di aver speso parte dei soldi di Barbara, disabile - nei confronti della quale era stato nominato amministratore - per spese personali o comunque non aderenti la curatela. L'accusa iniziale era nei confronti dell'uomo - col ruolo di incaricato di pubblico servizio - ma la moglie è stata chiamata a rispondere in concorso, essendo a conoscenza del ruolo di amministratore del marito.

I fatti risalgono al periodo tra il 2012 e il 2014 e riguardano la mancata rendicontazione delle spese. Inizialmente, Agnesi - e in concorso, dunque, anche la moglie - era accusato di essersi appropriato di circa novecentomila euro della figlia. In seguito a una serie di perizie, richieste dal difensore dei due imputati, l'avvocato Mario Leone, la cifra era scesa a poco più di duecentomila euro.  Sempre la difesa è infine riuscita a dimostrare, attraverso una serie di ricevute, che le spese, seppur non rendicontate, erano avvenute a beneficio della figlia, avuta dalla prima moglie deceduta nel 2016.