GENOVA - È iniziata alle 9 l'udienza in cui l'avvocato Enrico Scopesi ha chiesto l'attenuazione della misura per l'ex presidente del Porto di Genova ed ex ad di Iren Paolo Signorini, che si trova in carcere dal 7 maggio nell'ambito della maxi inchiesta sulla corruzione in Liguria.
Il legale ha chiesto l'attenuazione della misura con la concessione dei domiciliari, dove si trovano tuttora i principali co-indagati, il governatore Giovanni Toti, l'imprenditore Aldo Spinelli e l'ex capo di Gabinetto di Regione Liguria Matteo Cozzani. Per rafforzare la sua richiesta l'avvocato deposita al tribunale la raccomandata, ricevuta da Signorini nel carcere di Marassi, con il licenziamento da parte di Iren, di cui era amministratore delegato.
Scopesi all'ingresso in Tribunale ha detto "non ci sono più esigenze affinché Signorini resti in carcere. Abbiamo sempre ritenuto che esigenze così gravi (da tenerlo in carcere ndr) non ci sono mai state, rispetto all'inizio sono sicuramente affievolite sotto ogni punto di vista. Sono andato a trovarlo, non sta male" ha spiegato l'avvocato dell'ex presidente del Porto di Genova, Savona e Vado. Un'udienza durata circa un'ora. La decisione se consentire la scarcerazione o meno dovrebbe arrivare entro martedì.
Il licenziamento, secondo il legale, certifica che l'ex presidente del porto non ha più alcun ruolo pubblico e non rischia di reiterare il reato né di inquinare le prove. A parlare per primo sarà proprio l'avvocato di Signorini, poi sarà la volta della Procura.
Si terranno più avanti invece le udienze per Giovanni Toti e Aldo Spinelli. Per Toti la data è l'8 luglio, mentre quella di Spinelli deve ancora essere fissata. Il suo avvocato Sandro Vaccaro, aveva già ieri presentato istanza di appello, ma la richiesta era stata rigettata perché mancava la firma digitale. Così l'ha nuovamente depositata questa mattina.
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