Cronaca

Il Riesame disposto a concedere i domiciliari, ma scarta le due ipotesi abitative proposte. E poi l'avvertenza: Al primo errore tornerà in cella. Ora spera anche Toti...
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di Michele Varì

GENOVA - Dopo quasi due mesi di carcere può andare ai domiciliari, ma a patto che il suo domicilio sia blindato e che garantisca il rispetto dell'isolamento in modo che non possa reiterare i reati o inquinare le prove, in tal caso è evidente che alla prima irregolarità per lui si riaprirebbero le porte del carcere.



E' una decisione agrodolce quella del tribunale del Riesame presa in seguito all'istanza di scarcerazione dell'ex presidente del porto di Genova ed ex amministratore delegato di Iren Paolo Signorini. Il giudice nella motivazione del rigetto dell'istanza di fatto dice che non ci sono ostacoli alla scarcerazione, ma non alle condizioni presentate dai suoi legali che non garantiscono l'isolamento dell'indagato, che come i pm, è ritenuto inaffidabile e in grado di reiterare i reati o inquinare le prove.

L'accoglimento dell'istanza può essere vista anche come un segnale positivo per il presidente della Regione Toti ora ai domiciliari con l'accusa di corruzione e anche lui ha presentato istanza al Riesame per ottenere di riduzione delle restrizioni.
Fra le due istanze ci sono però grandi differenze: Toti una volta libero tornerebbe a fare il presidente della Regione a differenza di Signorini che invece, licenziato da Iren (dove, fanno notare i giudici, era tornato a commettere reati) e ormai non più presidente dell'Autorità portuale, non avrebbe più incarichi che potrebbero favorire la realizzazione degli illeciti che gli vengono addebitati.

Il tribunale del Riesame ha rigettato l'istanza presentata dagli avvocati Enrico e Mario Scopesi perché le soluzioni individuate per i domiciliari - un'abitazione in piazza Tavarone, nel centro storico di Genova messa a disposizione da una cugina, e quella offerta a Champailler, in provincia di Aosta, dal fratello - non sono apparse ai giudici sufficientemente tranquillizzanti circa il rischio di inquinamento probatorio.

Signorini è l'unico tra gli arrestati ad essere finito in carcere mentre i principali coindagati, tra cui il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, erano finiti da subito ai domiciliari. Secondo quanto emerge dal provvedimento tuttavia, se Signorini troverà un'altra soluzione abitativa potrà uscire.

La strada che percorreranno i legali sarà dunque quella di presentare una nuova istanza alla giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni (che visto il pronunciamento del Riesame dopo avere dato esito negativo in passato stavolta potrebbe acconsentire) e nel caso di nuovo al tribunale del Riesame per trovare una soluzione alternativa, probabilmente quella di proporre i domiciliari nell'abitazione di Signorini a Roma, dove vive l'ex moglie.

 

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