Cronaca

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LIGURIA - Giornate di tensione per quanto riguarda le carceri liguri. A Sanremo alcuni detenuti hanno occupato l'intero reparto e costretto un agente penitenziario alla fuga. Poi con spranghe di ferro e bastoni hanno distrutto tutto quello che trovavano a portata di mano e minacciato chiunque provasse a entrare. A raccontare l'accaduto è il segretario della Uilpa Polizia Penitenziaria Fabio Pagani

Tutto sarebbe partito dalla richiesta negata a un detenuto di ricevere una flebo non prevista dal piano sanitario legato all'uomo. A quel punto è partita la rivolta all0interno del carcere. Solo dopo ore di trattative la polizia penitenziaria è riuscita a ripristinare l’ordine e la sicurezza. "Quanto accaduto, se confermato secondo la ricostruzione che ci è pervenuta - spiega Pagani -, acclara che di fatto il controllo delle carceri è in mano alla criminalità, soprattutto a Sanremo e specialmente nella Terza Sezione,  che in qualsiasi momento può portare a termine i propri disegni criminosi, a prescindere dal diuturno impegno che, con profonda abnegazione, viene garantito dalle donne e dagli uomini del Corpo di Polizia penitenziaria, i quali tuttavia possono davvero poco restando di fatto abbandonati a sé stessi. Mancanti di 18mila unità, sottoposti a turni massacranti, senza un apparato organizzativo degno di tal nome, con scarsissimi e inadeguati equipaggiamenti, stremati nel morale e nell’orgoglio di servitori dello Stato e, per giunta, esposti a procedimenti penali e disciplinari, con repentine sospensioni dal servizio quando, nonostante tutto, cercano a loro esclusivo rischio e pericolo di mantenere l’ordine e la sicurezza". aggiunge il segretario della Uilpa Pa.

Più o meno nelle stesse ore nel carcere di Marassi un detenuto è stato salvato da un tentativo di suicidio da parte degli agenti della polizia penitenziaria come racconta Vincenzo Tristaino, segretario per la Liguria del sindacato autonomo Polizia Penitenziaria. "L'uomo è stato salvato in extremis da un tentativo di impiccamento. Solamente grazie al pronto intervento della sorveglianza generale e del poco personale in servizio - di notte la maggior parte delle sezioni sono accorpate e gli agenti sono costretti a fare due/tre posti di servizio - si è riusciti a salvargli la vita". Per il segretario generale del Sappe, Donato Capece, "questa è la Polizia Penitenziaria, pronta ad agire con gli altri operatori e con gli stessi detenuti per tutelare la vita dei ristretti. Il dato oggettivo è che la scelta di togliersi la vita è sicuramente originata da uno stato psicologico di disagio. È un dato oggettivo che chi è finito nelle maglie della devianza spesse volte è portatore di problematiche personali sociali e familiari".