Cronaca

Pm e consulenti degli indagati divisi sull'efficacia del monitoraggio delle riflettometriche con cui veniva controllato il viadotto Polcevera
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GENOVA -Da una parte i pm Cotugno e Airoldi che sottolineano la non attendibilità delle prove riflettometriche (o Rimt, Reflectometrical Impulse Measurement) usate da Autostrade per l'Italia e Spea per controllare i cavi d'acciaio affogati nel calcestruzzo pressurizzato di Ponte Morandi, dall'altra i consulenti degli imputati che invece sottolineano il contrario: ossia che quelle verifiche fornivano risultati attendibili.

L'udienza del controesame del processo di Ponte Morandi di oggi era importante perché il focus era sulle prove riflettometriche, la tecnica di verifica che per l'accusa ha contribuito a non decifrare l'elevato reale stato di ammaloramento dei cavi della pila nove poi crollata. Che l'udienza fosse attesa si è capito anche dal fatto che in aula si è rivisto dopo tanti mesi l'imputato numero uno dei 58 alla sbarra, l'ex amministratore delegato di Autostrade per l'Italia Giovanni Castellucci.

Nelle scorse udienze i consulenti degli imputati hanno sottolineato la bontà di queste prove di monitoraggio citando una relazione degli anni '90 elaborata e sottoscritta anche dall'architetto Michele Donferri Mitelli, altro indagato eccellente ex Aspi, che proverebbe la correlazione fra il degrado evidenziato dagli scassi manuali effettuati sugli stralli del ponte e le prove Rimt.


Una tesi però poi smontata pezzo per pezzo dal pm Cotugno che ha rimarcato come spesso in quella relazione ci fossero palesi incongruenze fra i risultati degli impulsi elettrici delle Rimt e quanto emerso dalle verifiche effettuate con le prove di scasso, "in alcuni casi le riflettometriche forniva dati rassicuranti mentre in realtà i fili dei cavi erano quasi inesistenti o assenti".

Una differenza, trapela poi da fonti addentro a questo tipo di tecniche di monitoraggio, dettata anche dal fatto  che la continuità elettrica può esserci anche con un cavo sfilacciato, che invece dal punto di vista della solidità strutturale appariva palesemente insufficiente.

Di certo, come riferiscono da sempre i pm dell'accusa per ribadire che le Rimt non erano una garanzia, nel mondo pochi Paesi, tranne alcuni stati del Sudamerica, oltre Autostrade per l'Italia, per controllare strutture in calcestruzzo usavano le prove riflettometriche.

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