Cronaca

Per i giudici l'imprenditore portuale non può inquinare le prove ma potrebbe reiterare il reato di corruzione di cui è accusato nella grande indagine avviata dalla guardia di finanza
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GENOVA -  Resta ai domiciliari nella sua villa di Quarto l'imprenditore portuale Aldo Spinelli.

Lo hanno deciso i giudici del Tribunale Riesame che hanno rigettato l'istanza dei legali Sandro Vaccaro e Andrea Vernazza. La difesa aveva chiesto la sostituzione della misura con una interdittiva perché non ci sarebbe il rischio di reiterazione del reato né quello di inquinamento probatorio visto che Spinelli si è dimesso da tutte le cariche societarie.

Per i giudici del Riesame invece
, come avevano spiegato anche nel dire no alla revoca dei domiciliari di Giovanni Toti, Spinelli non può inquinare le prove ma potrebbe reiterare il reato di corruzione di cui è accusato nella grande indagine avviata dalla guardia di finanza.


Il Riesame sottolinea che i 215mila euro in contanti che il giorno dell'arresto
- il 7 maggio -sono stati sequestrati nella cassaforte dell'abitazione di villa Carrara sarebbero la “provvista” di potenziali nuovi “pagamenti non tracciabili".

La presenza di quel denaro contante - sottolineano i giudici -
per uno come Spinelli che aveva diversi conti correnti, non può avere alcuna “alcuna lecita spiegazione”, bensì sono “contrassegnati da una finalità che non si stenta a presumere delittuosa ove si tenga conto dell’incompatibilità di una così considerevole quantità di denaro con le spese quotidiane occorrenti a un soggetto pur abbiente qual è Spinelli”.

Il fatto che si sia dimesso da tutte le cariche aziendali, spiegano i giudici nelle 14 pagine dell'ordinanza, è ininfluente perché Spinelli continua a detenere "importanti quote" delle società.

Più precisamente per il Riesame l’attenuazione della misura con l’interdizione dalle cariche aziendali invocata dalla difesa nella richiesta, non è sufficiente a impedire la reiterazione del reato anche perché Spinelli non ha commesso i reati che gli vengono contestati “grazie alle cariche rivestite nelle società del suo gruppo e nell’ambito dei poteri ricollegabili a quelle stesse cariche”.

Non si tratta infatti di “reati di natura fallimentare o in materia di evasione delle imposte”
oppure di “illeciti commessi nelle proprie funzioni di rappresentanza, amministrazione o di un’autonoma forma di responsabilità per gli illeciti amministrativi”.
In sostanza visto Spinelli resta in grado di reiterare il reato
perché quelle aziende da cui si è formalmente “dimesso” ma che restano di sua proprietà. “Permane un evidente interesse economico dell’indagato al buon andamento economico delle società facenti parte del gruppo imprenditoriale da lui creato, atteso che Spinelli – detiene ancora importanti quote delle predette società e dunque non può di certo ritenersi indifferente al loro andamento”.

Circa il rischio di reiterazione vengono citate dal Riesame anche le ultime informative della guardia di finanza
sulla cena di finanziamento di Toti di aprile 2024 e sull’immediatamente precedente incontro tra Toti e Spinelli a Montecarlo, nel marzo di quest’anno che sono “tuttora oggetto di approfondimento da parte degli inquirenti”

I giudici hanno valutato anche l’interrogatorio dell’imprenditore davanti alla gip Paola Faggioni
e sottolineano come “la versione dei fatti resa da Spinelli nel suo interrogatorio, lungi dal rivelare resipiscenza o una qualsivoglia revisione critica del proprio operato, in parte non è credibile (in relazione alla giustificazione di alcune erogazioni ammesse come effettuate in favore di Signorini in ragione del rapporto amicale esistente fra i due […]) e in parte è stata “reticente” in particolare “nelle parti in cui, a fronte della contestazione di specifiche conversazioni con Toti dalle quali emerge il rapporto di scambio ipotizzato, Spinelli s’è trincerato dietro ripetuti non ricordo”.

Se è concreto e attuale il rischio di reiterazione del reato, non c’è alcun rischio di inquinamento delle prove, spiega il Riesame:
 “Non si vede quali concrete, circostanze giustifichino ulteriormente, ad oggi, la configurazione di un rischio cautelare sostanzialmente fondato soltanto sulla personalità dell’indagato, qual è stata restituita dagli esiti delle investigazioni, tale da inferire che egli si adopererà nei confronti dei soggetti che devono ancora essere sentiti dagli inquirenti: pare di tutta evidenza che si tratti di un elemento privo della concretezza e dell’attualità richieste”.


L'avvocato Sandro Vaccaro dice che le sentenze non si commentano ma si rispettano
e sta valutando se presentare ricorso in Cassazione, aggiungendo poi che la decisione dei giudici è stata accolta con grande delusione dal suo assistito che, ritenendosi totalmente estraneo alle contestazioni, riteneva già una pena eccessiva i 70/75 giorni già trascorsi ai domiciliari

Il Riesame nei giorni scorsi ha respinto anche la richiesta del governatore Giovanni Toti. Secondo l'accusa Spinelli avrebbe "foraggiato" il Comitato di Toti per ottenere la velocizzazione delle pratiche portuali che lo interessavano.

I magistrati titolari dell'indagine avevano dato parere negativo alla scarcerazione di Aldo Spinelli sostenendo che avrebbe potuto sia reiterare i reati che inquinare le prove. Il terminalista proprio per il pesante quadro indiziario nei suoi confronti, come trapela da fonti investigative, avrebbe evitato una custodia cautelare in carcere per questioni anagrafiche, visto che ha 84 anni. L''imprenditore non ha mai negato di avere versato denari ai politici per sostenere le loro iniziative politiche, mai però per ottenere benefici personali.

I giudici gli hanno anche respinto l'istanza presentata dai suoi legali per incontrare alla presenza dei finanzieri il figlio Roberto, anch'egli indagato nella stessa inchiesta.