"Spettabile signor sindaco, sono un'abitante e commerciante di via Prè, ci siamo visti e sentiti qualche tempo fa, io la stimo perchè lei cerca di cambiare le cose, ma qui la situazione è la stessa: viviamo assediati dagli spacciatori e in giro si vedono solo drogati...".
E' una denuncia che arriva dritta al cuore la lettera scritta mesi fa da una commerciante settantenne alla soglia della pensione al sindaco di Genova Marco Bucci. Una missina mai inviata che la donna, a questo punto, accetta di trasformare in una lettera aperta tramite Primocanale.
"Ma a una condizione", detta la donna, "non svelate il mio nome e neppure la mia attività, perchè ho paura di ritorsioni, io a Prè ci vivo anche".
"Chiudo il negozio con amarezza - scrive la donna - perché la merce che ho sugli scaffali, che doveva essere la mia liquidazione, invece sarà svenduta o regalata. Sono dispiaciuta, caro Sindaco, perchè nonostante i suoi sforzi la situazione qui non cambia".
Sotto accusa, si legge nella lettera, gli spacciatori, "sempre le stesse facce, strafottenti e ormai padroni della zona con drogati e ricettatori a fare da supporto".
Poi c'è il degrado con palazzi chiusi e sorretti da ponteggi da sempre. Ma io ora, dopo 43 anni di servizio e tante soddisfazioni, lascio il testimone".
La lettere finisce qui, ma la bottegaia dopo averla consegnata con cura al cronista, tiene ad aggiungere che la speranza è nelle iniziative come quella sui jeans, criticata, ma suo avviso riuscita: "Era tanto che non vedevo turisti e io mi sono stufata che di Prè, che ha palazzi bellissimi, si parli solo male".
L'appello della negoziante coincide con l'avvio dei lavori nei civici 12 e 13 di via Prè chiusi dal 2007 dopo un crollo: i due edifici fanno parte del piano di rigenerazione del Comune che prevede di ricavare dieci appartamenti destinati a nuclei familiari giovani e a studenti.
Un futuro che però in via Prè appare ancora lontano: alle 19.30 lì, davanti a due palazzi c'è un muro di spacciatori fra cui si fatica a camminare. La stessa cartolina di degrado denunciata dalla bottegaia che dopo 43 anni di lotte e speranze getta la spugna e se ne va.
IL COMMENTO
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