Cronaca

Alcuni dei destinatari della mail-truffa hanno capito che qualcosa non quadrasse perché, essendo residenti in altre regioni e non avendo mai guidato per le strade di Genova, risultava alquanto improbabile aver preso una multa nel capoluogo ligure
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di Au. B.

GENOVA - Sono sempre più difficili da riconoscere le truffe che negli ultimi anni stanno ingannando centinaia di persone. Negli ultimi mesi sono già sette i cittadini che hanno segnalato alla polizia locale di Genova di aver ricevuto via mail l'avviso per pagare una multa, con tanto di codice del verbale e stemma dei vigili, per rendere il tutto più credibile.

È il tentativo di truffa che, in questi giorni, sta interessando alcuni malcapitati cittadini, genovesi e non, che si sono ritrovati nella propria casella di posta elettronica l'avviso proveniente dall'indirizzo fake di una sedicente Polizia Locale di Genova (), con la notifica del verbale e il link per pagare la contravvenzione che rimanda a un sito internet fasullo e ingannevole.

Alcuni dei destinatari della mail-truffa hanno immediatamente fiutato che qualcosa non quadrasse perché, essendo residenti in altre regioni e non avendo mai guidato per le strade di Genova, risultava alquanto difficile e improbabile aver commesso una qualsiasi infrazione al codice della strada nel territorio del capoluogo ligure.


Sul fatto sono in corso accertamenti. La polizia locale invita i cittadini che hanno ricevuto o riceveranno messaggi di posta elettronica non inviati da canali certificati come la pec (ossia i canali utilizzati dalla polizia locale per le comunicazioni ufficiali), a non effettuare alcun pagamento e a contattare la polizia locale di Genova per segnalare l'accaduto.

"È in corso una nuova campagna di phishing attraverso false email e messaggi social realizzati indicando nel testo il nome della Dott.ssa Nunzia Ciardi - ha detto la Polizia -. I messaggi utilizzano anche loghi della Polizia e prospettano alla vittima una inesistente indagine penale nei suoi confronti, il tutto allo scopo di causare agitazione nel destinatario, inducendolo a ricontattare i truffatori ed esponendosi in tal modo a successive richieste di pagamenti in denaro o comunicazione di propri dati personali". La Polizia Postale ribadisce che i messaggi non vanno aperti. "Attenzione, nessuna forza di polizia contatterebbe mai direttamente i cittadini, attraverso email o messaggi, per richiedere loro pagamenti in denaro o comunicazioni di dati personali, dietro minaccia di procedimenti o sanzioni penali".

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