GENOVA - È arrivata la decisione, il gip Matteo Buffoni ha infatti revocato gli arresti domiciliari a Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell'Autorità Portuale di Genova e Savona ed ex amministratore delegato di Iren. Signorini era stato arrestato il 7 maggio scorso con l'accusa di corruzione.
Per Signorini il giudice ha disposto il divieto di esercitare impresa o ricoprire uffici o incarichi direttivi in imprese per 12 mesi. E' ancora attesa, invece, per l'udienza dei patteggiamenti.
Signorini si era avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip e poi aveva chiesto di essere sentito dai pm. A Luca Monteverde e Federico Manotti aveva detto di avere ricevuto telefonate da Toti per accelerare la pratica del Terminal Rinfuse sostenendo che era però una cosa "normale visto che la pratica era del 2019".
Signorini era rimasto nel carcere di Marassi fino al 16 luglio, per poco più di due mesi. Il giudice aveva poi concesso i domiciliari, accogliendo la richiesta degli avvocati Enrico e Mario Scopesi.
La decisione arriva dopo che l'ex presidente del porto ha accettato di patteggiare una pena a tre anni e cinque mesi, con la confisca di quasi 104 mila euro. Anche Spinelli e Toti hanno deciso di patteggiare: tre anni e due mesi il primo, due anni e un mese (convertiti in 1.500 ore di lavori di pubblica utilità) il secondo.
Ma le condanne potrebbero aumentare di qualche mese visto che potrebbero essere contestati episodi corruttivi emersi nel corso delle indagini ma approfonditi dalla guardia di finanza, coordinata dai pubblici ministeri Federico Manotti e Luca Monteverde, solo dopo la richiesta di giudizio immediato. La data per i patteggiamenti, con ogni probabilità, sarà fissata subito dopo le elezioni regionali di fine ottobre in Liguria.
IL COMMENTO
Che angoscia il frinire dei grilli in autunno
Se prendere i voti al centro nel Pd diventa una polemica