GENOVA -Trentasei feriti fra poliziotti, carabinieri e finanzieri, dodici tifosi in ospedale, e poi tre arresti e quindici denunciati fra gli ultrà di Genoa e Samp che hanno trasformato una partita di calcio in una guerriglia, di questi ben sei sono minori: le nuove leve degli hooligan genovesi. Ultrà ragazzini dalla mentalità quasi militare e ancora senza capi indiscussi, per questo più difficili da controllare.
E' il pesante bilancio della questura sugli scontri divampati nelle vie di Marassi per il derby di coppa Italia colpevolmente fatto disputare alle 21, l'orario più delicato che nessuno è riuscito a cambiare, neppure il Ministro degli Interni Piantedosi, che però ora interviene e promette più poteri alle forze di polizia nel fronteggiare i violenti nelle manifestazioni. Al buio anche l'elicottero, gli idranti e i cani anti manifestanti sono apparsi palliativi.
Una guerriglia annunciata, quella attorno al derby, e che nessuno è riuscito a evitare nonostante le ripetute promesse di scontrarsi e le esibizioni di muscoli delle due tifoserie, in guerra aperta per precedenti screzi e soprattutto per i furti degli striscioni dei genoani agli ultras doriani avvenuti lo scorso 5 maggio in risposta a un attacco dei doriani in piazza Alimonda, il cuore del tifo rossoblu.
Tre i momenti più cruenti in cui le due tifoserie hanno cercato di scontrarsi, intorno alle 13 su ponte Serra, poi durante i calci di rigore in corso De Stefanis e in via Canevari e dintorni alla fine della partita.
Tra i feriti anche il primo dirigente di polizia che coordinava il servizio d'ordine, l'esperto Giovanni Giuliano, colpito alla testa da cocci di bottiglia e poi medicato con alcuni punti di sutura. Come lui in ospedale sono finiti anche altri 4 funzionari di polizia.
Altro fatto grave lo sfondamento di un ingresso della gradinata nord all'inizio della gara, come succede spesso nelle partire importanti: in quei pochi minuti di liberi tutti sono entrate decine di persone senza biglietto, e senza essere controllate, forse proprio quelli che hanno portato dentro lo stadio gli striscioni dei doriani poi esposti nella nord, il gesto più temuto e che le forze di polizia volevano evitare, una scintilla che infatti ha acceso ancora di più gli animi di un derby già assai incandescente.
Una provocazione che significa guerra aperta fra i due gruppi di ultrà, una folle sfida, come trapela dagli ambienti dei tifosi violenti, ed è questo lo strascico più inquietate, che non finirà con il derby.
IL COMMENTO
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