Cronaca

18 indagati tra funzionari pubblici e imprenditori o dipendenti di società
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GENOVA - Un’indagine condotta dalla guardia di finanza di Genova e coordinata dalla Procura tenta di scoperchiare un presunto sistema che avrebbe permesso ad alcune ditte di essere favorite su altre, “spezzando” i finanziamenti in affidamenti privati a rotazione tra diverse società genovesi, invece di passare attraverso gare di appalto. Tra i favori costruzioni di box, ristrutturazioni in casa e altre opere a titolo gratuito. L’indagine delle fiamme gialle è nata da un esposto in Procura del nuovo capo del provveditorato alle opere pubbliche di Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta, Vittorio Maugliani.

Blitz questa mattina proprio in Provveditorato dove erano state notate pratiche sospette, all’interno della caserma di Sturla, in un ufficio in Prefettura, nella sede dell’agenzia del Demanio di Genova e in una serie di sedi di società coinvolte.

In particolare sono indagate sette persone: un dirigente generale in pensione, un dirigente tecnico pro tempore del Provveditorato Opere pubbliche di Genova in pensione, un dirigente con incarichi presso la Prefettura e presso la Questura di Genova, un sovrintendente del ruolo tecnico della locale Questura, due impiegati del Provveditorato Interregionale per il Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta con sede a Genova nonché un funzionario dell'Agenzia del Demanio - Direzione Regionale Liguria.

Contestato anche il falso materiale, la frode e la rivelazione di segreto d'ufficio. Coinvolte anche 11 persone, tra imprenditori e dipendenti delle 8 imprese aggiudicatarie delle procedure di gara oggetto d'indagine, tutte con sede in provincia di Genova, indiziati a vario titolo e in concorso tra alcuni di loro di turbata libertà degli incanti, corruzione per atti contrati ai doveri di ufficio, truffa ai danni dello Stato o di un altro ente pubblico e frode nelle pubbliche forniture.

Sotto la lente degli investigatori i cellulari sequestrati agli indagati per l’analisi delle chat che dimostrerebbero i favori.

L’indagine riguarda anche: palazzo di giustizia, la caserma Testero della guardia di finanza, il commissariato di polizia a Sturla, l’edificio del reparto mobile di Bolzaneto e lo stabilimento balneare del commissariato di Quinto.