Cronaca

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Nel giorno della fine dell'istruttoria il legale delle famiglie delle vittime sintetizza il quadro accusatorio. Il 29 aprile deposito della maxi memoria dei pm, poi la discussione e la requisitoria dei pm per chiedere eventuali condanne
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di Michele Varì

È durata poco l'ultima udienza dell'istruttoria del processo Morandi e si è conclusa con un bellissimo applauso degli avvocati difensori, come un ringraziamento, al maresciallo dei carabinieri Fabrizio Denaro che ha disciplinato per quanto di sua competenza, con molta attenzione ed equilibrio i lavori sotto la tensostruttura, in tutto 201 udienze avviate nel luglio 2022. Prossimo step il 29 aprile per il deposito della memoria dei pm, lievitata a 6 mila pagine, e il calendario delle prossime udienze. Quindi niente sino a luglio quando inizierà la discussione e la requisitoria in cui i magistrati chiederanno le eventuali condanne dei 58 imputati.

Caruso: "Ecco perchè imputati vanno condannati"

L'avvocato del Comitato familiari vittime del Morandi Raffaele Caruso dopo avere fatto i complimenti al collegio dei giudici, Lepri, Polidori e Baldini, per i lavoro svolto in un processo così complicato e delicato, sintetizza per Primocanale i momenti più importanti dei due anni  e mezzo di udienze e svela perché a suo avviso gli imputati andrebbero condannati.

Sistemate solo due pile su tre

"In sintesi dal dibattimento  - ha spiegato Caruso - è emerso che nel 1991 era stata scoperta nella sommità della pila 11 una cavità che aveva determinato corrosione e rottura dei cavi primari e secondari che reggevano il ponte, si era interviene immediatamente con un restauro radicale e la sostituzione dei cavi interni con cavi esterni, sulla pila 10 si è poi rinvenuto un problema analogo che aveva portato a un intervento di minor portata ma significativo, installando delle enormi placche di acciaio che sorreggono la pila. Sulla pila 9 invece non è stato fatto nessun intervento nonostante le pile fossero gemelle e quindi fosse assolutamente prevedibile che ci potessero essere problemi analoghi, di cavità di iniezione che avevano determinato la corrosione"

Controlli svolti con prove inadeguate

Caruso spiega anche perchè non viene fatto nulla sulla pila 9: "Si è intuito che c'era un affidamento totale a un sistema di controllo alle prove riflettometriche, però bandite dalla comunità scientifica, prove che non permettevano possibilità di verifica perché il suo algoritmo è segreto e non è verificabile. Con quei controlli si era formulata una diagnosi di buona salute del ponte mentre in realtà non era così".

Nel 2015 emerse corrosione

Per l'avvocato i problemi sulla pila 9 sarebbero stati facilmente riscontrabili "con controlli minimamente distruttivi come delle endoscopie e i carotaggi che avrebbero fatto emergere gravi anomalie a fronte delle quali, come dicono i periti, o si andava a vedere le condizioni primari o si va a chiudere il ponte. Nel 2015 inoltre alcuni carotaggi fecero scoprire dei cavi secondari corrosi, questo era un elemento di allarme più che sufficiente per procedere alla radicale ristrutturazione che poi viene programmata anche se poi arriverà tardi".

Difesa imputati: Difetto occultato

Aggiungiamo che per le difese dei 58 imputati, in sintesi, l'anomalia che ha provocato il crollo non era intercettabile in quanto indotta da un difetto di costruzione che era stato tenuto nascosto dai costruttori.

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