GENOVA-Lo aveva detto la prima volta il giorno dopo l'omicidio, poi, l'ha ripetuto a giornalisti e inquirenti. La mamma di Alice Scagni anche a Primocanale ha denunciato l'assenza di polizia, sanitari. L'assassinio di sua figlia, Alice, era una tragedia annunciata che poteva e doveva essere evitata.
"Noi abbiamo seguito quelle che erano le regole. Abbiamo chiamato il 112 come ci avevano detto. Alice avrebbe fatto così per noi, nello stesso identico modo. Posso comprendere se i protocolli funzionano ma se poi dal protocollo esce un cadavere... Io chiedo solo che venga rivisto per non avere il prossimo. Alice non torna più. Che non ci siano altre Alici, che non ci siano altri Alberto. Hanno perso la vita tutti e due". Un lucido sfogo verso chi, secondo Antonella Zanni, non ha saputo proteggere sua figlia Alice. Cinque chiamate al 112 nei giorni precedenti a quel maledetto primo maggio, poi l'appello ad uno degli agenti arrivati a casa dei genitori per indagare sull'incendio doloso alla porta della nonna. "Un agente venuto in casa mia sabato per interrogarmi per mezz'ora - aveva raccontato Antonella a Primocanale -, dopo l'incendio della porta di casa di mia madre, è andato alla porta, si è girato e mi ha riso in faccia dicendo 'Signò, non facciamola tragica'. Gli ho sciorinato tutti gli elementi per cui mio figlio era pericoloso per sé e per gli altri. E lui è uscito dicendomi quella frase".
A parlare è ora il sindacato dei poliziotti. "Siamo costernati e addolorati di fronte al dramma che ha colpito la famiglia Scagni che ha perso Alice, uccisa dal fratello: gesto disumano che statisticamente anche nei casi più gravi di squilibrio mentale si verifica rarissimamente", scrive Roberto Traverso, segretario nazionale del sindacato appartenenti polizia in una nota, a più di una settimana dalla tragedia.
"Il Siap, naturalmente, non intende entrare minimamente nel merito della dinamica operativa e delle varie ed articolate fasi dell’intervento di polizia effettuato - continua -, perché ci risulta che sia al vaglio degli organi competenti. Detto questo, tenendo conto che a Genova da una settimana l’importantissima ed insostituibile attività sociale svolta dai poliziotti della Squadra Volante e della Centrale Operativa della Questura è finita sotto la lente d’ingrandimento, riteniamo sia opportuno ricordare, a 40 anni dalla legge di riforma della Polizia di Stato (L.121/81), come i cittadini riconoscano indiscutibilmente la professionalità del lavoro che senza sosta, 365 giorni all’anno, le pattuglie delle volanti svolgono in silenzio sul territorio".
IL COMMENTO
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