Cronaca

Maxi operazione dei carabinieri di Genova, coordinati dalla procura di Napoli. Coinvolti anche dipendenti delle poste
1 minuto e 49 secondi di lettura
di R.O.

GENOVA - Tre diverse bande criminali che mettevano in atto truffe in tutto il Paese sono state sgominate grazie ad una maxi operazione dei carabinieri del Comando Provinciale di Genova, coordinati dalla Procura di Napoli e in collaborazione con militari provenienti da tutta Italia. Gli arresti sono stati in totale 59: 46 malviventi si trovano in carcere mentre i restanti 13 ai domiciliari. L'indagine è partita dalla denuncia di un imprenditore genovese che aveva messo in vendita la sua auto di lusso.

Le bande mettevano a segno diversi tipi di truffa e altri reati: falsità in titoli di credito e possesso di documenti di identificazione falsi, sostituzione di persona, intercettazione o impedimento illecito delle comunicazioni telefoniche, irregolarità nella ricezione e stoccaggio finalizzata alla sottrazione dell’accertamento o al pagamento dell’accisa sugli oli minerali, riciclaggio ed autoriciclaggio.

La prima banda operava a Napoli, in Lombardia e in Friuli Venezia Giulia nel ramo della compravendita online di auto di lusso. I truffatori creavano falsi annunci a prezzi convenienti su finte pagine web, poi utilizzando i dati carpiti alle vittime rubavano i soldi dal loro conto. Con la banda collaboravano alcuni impiegati postali che indicavano ai criminali uomini anziani o da tempo emigrati all'estero in possesso di buoni fruttiferi in lunga giacenza o emittenti vaglia postali d’ingente valore, che venivano clonati ed incassati.

Anche la seconda banda operava nel ramo della compravendita di oggetti di lusso, in particolare macchine, prodotti alimentari ed orologi, tra Napoli ed il Friuli Venezia Giulia. I truffatori, che erano gli acquirenti dei beni, facevano emettere ad una prima banca gli assegni circolari falsi, che le vittime andavano a verificare in un secondo istituto, ma la telefonata veniva intercettata da un complice della banda che confermava la validità dell'operazione. In questo modo i truffatori riuscivano a farsi consegnare i beni in vendita.

La terza associazione a delinquere invece è coinvolta nell'importazione di olio industriale dall'est Europa, che veniva miscelato con gasolio e rivenduto presso nove distributori nella zona di Napoli. I proventi venivano reinvestiti nella creazione di società cartiere e nell'acquisto di beni mobili ed immobili.

Gli episodi di truffa contestati sono 70e sono stati sequestrati beni per un valore che sfiora i tre milioni di euro.

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