GENOVA -Non si placa lo sdegno e la rabbia degli automobilisti per l'incidente avvenuto al casello autostradale della A7 Genova Milano di Serravalle Scrivia, nel basso Piemonte. I calcinacci caduti dalla soletta della barriera hanno sfondato il parabrezza di un furgone fermo per il pagamento: sotto choc, ma illeso, il conducente del veicolo.
Il drammatico incidente, avvenuto alle 16.30, ha costretto a chiudere il casello sino alle 21 quando è stato poi gradualmente riaperto.
Pesanti i disagi per la viabilità con traffico in ingresso e in uscita a Serravalle dirottato ai caselli più vicini di Novi Ligure e di Vignole Borbera.
L'incidente fa arrabbiare i cittadini sui social perché riporta drammaticamente alla mente il distacco della volta della galleria Bertè sulla A26 fra Genova e Alessandria avvenuto il 30 dicembre 2019. Un cedimento accaduto, come per beffa, mentre i nuovi vertici di Autostrade per l'Italia si trovavano nella sede di piazza De Ferrari della Regione Liguria per affrancarsi e rassicurare gli amministratori locali sulla sicurezza del nodo autostradale genovese sconvolto e provato dalla tragedia di ponte Morandi e dai tanti cantieri aperti in simultanea per la messa in sicurezza di viadotti e pannelli fonoassorbenti.
Solo quel giorno si scoprì che anche i tantissimi tunnel autostradali della Liguria erano a rischio e potevano crollare come ponte Morandi.
Il cedimento di Serravalle Scrivia potrebbe aprire un nuovo ed ennesimo fronte d'indagine degli inquirenti sulle sicurezza delle pensiline e di altre strutture dei caselli. Ad indagare stavolta è la procura di Alessandria.
Per questo gli agenti della sezione giudiziaria della polizia stradale della sottosezione di Sampierdarena e i vigili del fuoco di Novi Ligure hanno avviato indagini e svolto accurate ispezioni sotto e sopra la volta crollata. Obiettivo: monitorare la struttura per escludere altri possibili cedimenti.
Per ora l'eventuale ipotesi di reato è quella di danneggiamento visto che il conducente del furgone ha rifiutato di andare all'ospedale.
IL COMMENTO
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