GENOVA - Dopo il successo dell'Elisir d'amore e del Turco in Italia il secondo appuntamento della stagione lirica 2022/2023 dell’opera Carlo felice è La Cenerentola, il dramma giocoso di Gioacchino Rossini su libretto di jacopo Ferretti con la ricostruzione di un allestimento di Emanuele Luzzati del 1978.
Un grande titolo del melodramma ottocentesco rivisitato sul palco del teatro genovese con il lavoro della fondazione teatro Carlo felice per riportare sul palco scene e costumi ispirati agli originali firmati dallo scenografo genovese. Una proposta che va a riconfermare il Dna popolare dell'opera lirica del maestro concertatore e direttore Riccardo Minasi e la regia di Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi.
Capolavoro di azioni e reazioni, nella Cenerentola, ossia La bontà in trionfo, le apparizioni, i capovolgimenti e i colpi di scena si susseguono con ritmo serrato lasciando lo spettatore senza fiato. "Uno spettacolo equilibrato che mescola al meglio il mio approccio con il teatro musicale, tradizionale - svela a Primocanale Paolo Gavazzeni -, e il lavoro che svolgo insieme a Piero Maranghi, intellettuale, con riferimenti storici e estetici che lo rende sì tradizionale ma con innesti più contemporanei per una fiaba che in qualche modo ci insegna la vita".
L'elemento favolistico imprescindibile nell'opera che dal 25 novembre calcherà il palco del Carlo Felice: "Luzzati, indubbiamente, è perfetto per questo titolo, con la sua maestria - spiega Piero Maranghi -, semplicità e inventiva che nasce dal poco, in Cenerentola fa risaltare il personaggio e la musica e il libretto di Rossini e Feretti in maniera sublime. I genovesi non possono non venire a vedere questa Cenerentola, è d'obbligo".
IL COMMENTO
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