Cultura e spettacolo

E domenica 19 marzo o sabato 25 alle 16 sarà possibile vedere tutti e tre gli spettacoli della trilogia tragica, come accadeva nell'antica Grecia
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di Silvia Isola

GENOVA - Un Agamennone dalle tinte cupe, come dev'essere: così la grande tragedia del teatro antico di Eschilo prende vita sul palcoscenico del Teatro Nazionale di Genova, in una scenografia che abbina proiezioni astratte su due sfere che abbracciano i personaggi, costumi e auto degli anni Trenta, la musica che torna protagonista in questo progetto nato con l'Istituto Nazionale del Dramma Antico. Appuntamento al teatro Ivo Chiesa giovedì e sabato alle 19:30, venerdì alle 20:30 e domenica alle 16 per vedere tutta la trilogia come si usava nella Grecia del 458 a.C..

La grande protagonista di questa tragedia è Clitemnestra, la moglie che dopo 10 anni di guerra di Troia è pronta a ottenere vendetta sul marito Agamennone. A raccontare il personaggio a Primocanale è Laura Marinoni, che la interpreta in tutta la sua complessità: "Clitemnestra è mossa dalla passione, è un'eroina, anche se ovviamente può sembrare un'eroina negativa, lo è senz'altro. Però soprattutto è una madre ferita, che quindi fa tutto quello che il destino le ha ordinato: vuole e deve vendicare la morte della figlia Ifigenia". 

Un sacrificio quello compiuto dai greci per poter partire alla volta di Ilio e assediare la città, un dolore che un cuore di madre non può e non riesce a dimenticare. Ecco perché con Egisto medita la grande vendetta da mettere in campo nei confronti del marito, ma è poi lei a compiere il piano: "viene definita la leonessa a due gambe. È un mostro, ma nel senso etimologico della parola, cioè è un personaggio totalmente fuori dall'ordinario". 

La 'serie' più grande dell'antichità al Teatro Nazionale di Genova: ecco l'Orestea di Davide Livermore - LA PRESENTAZIONE

Il primo atto dell'Orestea resta in scena fino a domenica, quando si potrà godere di una vera e propria maratona a teatro, con tutte e tre le tragedie rappresentate una di seguito all'altra, prima di poter apprezzare Coefore ed Eumenidi la prossima settimana fino al 25 marzo, quando ci sarà la seconda maratona. E in questa 'seconda e terza parte' spicca la figura di Elettra, interpretata da Anna Della Rosa, un vero e proprio alter ego della madre: questa volta è lei a cercare vendetta per il parricidio e - se lei è la mente - il braccio sarà quello del fratello Oreste, creduto morto da tutti, che torna sotto mentite spoglie per uccidere la madre. "Anche Elettra subisce la maledizione di sangue della famiglia, che però è una catena di vendetta ineluttabile. Quindi siamo tutti vittime del fato e anche carnefici. E in effetti Elettra a sua volta, vive la disperazione per l'esilio, il fatto che il fratello sia stato allontanato per potersi salvare, che Agamennone sia stato ucciso e serba il desiderio di vendetta e la speranza di rivedere il fratello", racconta l'altra grande protagonista femminile della tragedia.

"Cosa lascia? Lascia la possibilità di sublimare il grande dolore del lutto e farne un canto meraviglioso, che poi è quello che fa Eschilo e che è quello che ha fatto Davide Livermore con questo spettacolo e con l'uso della musica, dal dolore si passa al conforto della bellezza"

E l'invito allora è di andare a vedere un capolavoro intramontabile nei secoli che resta sempre capace di emozionare, un'emozione catartica. 

"In un mondo di serie tv, si ha bisogno di questa energia strepitosa che la tragedia greca ha proprio nel suo dna: Davide Livermore, con una compagnia ormai affiatatissima come la nostra e la sua scoppiettante regia, riesce a toccare gli animi. Questa è una fantastica opportunità di risvegliare le coscienze, di commuovere, di far pensare"

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