Cultura e spettacolo

L'appuntamento lunedì 9 nella sala della Società Ligure di Storia Patria a Palazzo Ducale
1 minuto e 42 secondi di lettura
di Dario Vassallo

E’ stato l’Omero del cinema, colui che nei suoi film ha girato cento volte l’Iliade e altrettante l’Odissea. Attivo dal 1917 al 1966 con oltre 140 titoli, Sean O' Feeney, passato alla Storia con il nome d'arte di John Ford, è riuscito a mescolare l’epica con la poesia del viaggio cogliendo un momento cruciale della civiltà americana, quello dei pionieri e dello spirito della Frontiera anche se ha girato grandi drammi lontani dalla prateria (come 'Il traditore' o 'Furore') che smentiscono la sua celebre frase di autopresentazione “Mi chiamo John Ford e faccio western”. Il western moderno però lo ha inventato lui scrivendo una vera e propria grammatica del genere che è diventata eredità per tutti quelli che sono venuti dopo e non solo in questo campo. Tanto che hanno apertamente riconosciuto la sua influenza nelle proprie opere registi diversissimi tra loro come Kurosawa, Scorsese, Bogdanovich, Wenders, Tavernier e perfino Truffaut.

A Ford la Stanza del Cinema dedica l'appuntamento di lunedì 9 ottobre nella sala della Società Ligure di Storia Patria a Palazzo Ducale (17.30) dove Oreste de Fornari attraverserà le tappe fondamentali di una carriera monumentale il cui periodo d’oro abbraccia circa tre decenni iniziando nel 1939 con 'Ombre rosse' e 'Alba di gloria' per comprendere capolavori come 'I cavalieri del nord ovest', 'Sentieri selvaggi', 'Sfida infernale', 'Un uomo tranquillo', 'L’uomo che uccise Liberty Valance' e molti altri ancora. Marchio di fabbrica: esprimere l’eroismo quotidiano anche se gli interessavano, più del singolo, le reazioni di un gruppo tanto che non è un caso che i suoi film siano spesso proprio odissee di gruppi come i passeggeri della diligenza di 'Ombre rosse', le famiglie dei contadini che abbandonano le terre dell’Oklahoma in 'Furore', i soldati in missione nel 'Massacro di Fort Apache' o in 'Rio bravo'. Ma quello che gli stava più a cuore fu immortalare le vicissitudini dei pionieri che attraversarono il paese per creare nuovi insediamenti contribuendo in questo modo a costruire le fondamenta degli Stati Uniti.

La discussione sarà aperta alla partecipazione del pubblico e l’ingresso è libero.