GENOVA - Il Carlo Felice ha chiuso la prima parte della stagione lirica ospitando la prima assoluta di "Edith", opera in un prologo e due atti di Maurizio Fabrizio su libretto di Guido Morra. Lo spettacolo è andato in scena nonostante lo sciopero indetto dalla sigla sindacale Snater che conta molti iscritti nella compagine corale. Il sovrintendente Claudio Orazi, prima dell'alzarsi del sipario, scusandosi con il pubblico per il disagio, ha annunciato che lo spettacolo si sarebbe realizzato ugualmente con il coro a ranghi ridotti.
"Edith" racconta una vicenda reale, la storia d'amore di Edith Piaf e del pugile Marcel Cerdan, finita con la morte di Marcel in un incidente aereo. L'opera si articola in un prologo e due atti. Nel prologo, il dialogo fra Edith e la cameriera Marie apre una finestra su sentimenti, fragilità e sui sogni di Edith.
Poi i due atti che hanno entrambi al centro il ring: nel primo Cerdan conquista il titolo mondiale, nel secondo lo perde. Due grandi momenti corali intorno ai quali Fabrizio e Morra raccontano il grande amore, fino alla scena finale: Edith nel suo camerino in teatro, viene informata dell'incidente occorso all'amato e disperata decide lo stesso di salire sul 'suo' ring, il palcoscenico e dedicare a Marcel il concerto. Sul piano musicale, Fabrizio ha costruito una partitura densa di slanci lirici che richiamano il mondo pucciniano in un contesto armonico di facile approccio.
Sul podio Donato Renzetti ha assicurato una lettura vibrante, ben coordinata fra buca e palcoscenico con momenti di elegante respiro melodico. Ineccepibile il cast dominato da Salome Jicia, splendida Edith sul piano vocale e scenico. Accanto a lei il tenore Francesco Pio Galasso ha dato brillantemente voce e corpo a Cerdan. Completavano il cast Claudio Sgura, Blagoj Nacoski, Giovanni Battista Parodi, Alen Sautier, Valentina Coletti, Manuel Pierattelli e Marco Camastra.
All'Accademia Ligustica era affidato l'aspetto visivo. Le studentesse coinvolte, coordinate da Elisabetta Courir (regia), da Francesca Marsella (allestimento scenico), da Angelo Boriolo (video) da Luciano Novelli (luci) hanno puntato su una scena spoglia con un piano inclinato che si trasforma in ring e hanno garantito una lettura pulita, intensa nella resa psicologica dei due protagonisti. Un lavoro incisivo e davvero coinvolgente nella cura della gestualità, delle luci, dei video, delle immagini proiettate.
IL COMMENTO
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