Cultura e spettacolo

Lo spettacolo è stato registrato al Teatro Sociale di Camogli
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di Dario Vassallo

Regina del soul e icona della musica gospel, Aretha Franklyn è stata una delle figure più influenti nella storia della musica americana, in grado di unire alla sua morte, il 16 agosto 2018 per un tumore al pancreas, addirittura Barack Obama per il quale aveva cantato al primo insediamento nel gennaio 2009 e Donald Trump: i due si sintonizzarono sulla stessa lunghezza d'onda, il primo affermando “ci ha dato un'idea del divino ogni volta che cantava”, il secondo definendo la sua voce “un magnifico dono di Dio”.

In effetti, Aretha, dal carattere certamente non facile, possedeva una voce sublime grazie alla quale riuscì a trasformare la musica in un’arte composita e ricercata, figlia di uno stile assolutamente inconfondibile. Prima donna a entrare a far parte della 'Rock and Roll Hall of Fame', la prestigiosa rivista 'Rolling stone' l'ha inserita al quinto posto nella classifica dei 100 artisti più grandi di sempre in una carriera che l'ha vista ottenere più di quaranta nomination ai Grammy (l'Oscar della musica) vincendo ventuno volte e dal 1968 per otto anni consecutivi tanto che quel premio venne ai tempi ribattezzato 'The Aretha Award'.

Primocanale dà a tutti l'opportunità di confrontarsi con il repertorio di un'icona dall'epica irripetibile sia on demand che in televisione (sabato 17 febbraio alle 21 e domenica 18 alle 12.30 e alle 23) con 'Respect – A night for Aretha' registrato al Teatro Sociale di Camogli dove è stato presentato nell'ambito degli 'Aperitivi a teatro': tre magnifiche voci femminili - Joy Jenkins, Michela Grilli e Sara Roversi -, supportate da una band formata da grandi musicisti, protagoniste di un concerto in cui i riarrangiamenti delle canzoni sono stati preparati accuratamente, alcune proposte in maniera fedele alle versioni studio degli anni '60, altre ricalcando 'live' più recenti e altre ancora utilizzando una chiave personalizzata. Si ripercorre insomma il cammino di un moderno archetipo femminile, l’occasione per risentire brani che hanno segnato più di un’epoca, successi planetari e senza tempo come '(You Make Me Feel Like) a Natural Woman' dove regalò una nuova dimensione ad una grande hit di Carole King, 'Think', cantata anche nel film 'The Blues Brothers', 'I Say a Little Prayer' e soprattutto 'Respect', composta da Otis Redding e fra gli inni della lotta per l'uguaglianza dei neri.

Sarà così più facile comprendere perché la sua voce fosse in grado di trasformare in oro qualsiasi cosa sfiorasse, una voce che ha tracciato un percorso per intere generazioni di cantanti facendola diventare un simbolo: delle donne per la sua indipendenza e degli afroamericani per l'attaccamento alle proprie radici. C’è chi ha scritto che non si può dire di conoscere la storia del Novecento se non la si sia mai ascoltata e non c'è dubbio che fa parte di quella schiera di artisti che muoiono senza morire mai: invulnerabili, inattaccabili, eterni. In fondo, la sintesi più straordinaria di Aretha Franklyn la fece la rivista ‘Time’ quando le dedicò una copertina dove la definiva semplicemente ‘singer’, cantante. Questo era, se pure straordinariamente unica.