Cultura e spettacolo

Rari e preziosi reperti perfettamente funzionanti vengono esposti in un percorso a distanza ravvicinata e confidenziale, in un'officina sperimentale di cultura e di formazione", un museo "vivo"
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di Aurora Bottino

GENOVA - Un vero e proprio viaggio nella storia della stampa, basta entrare nell'Archivio Museo della Biblioteca Berio, da oggi aperto al pubblico, che raccoglie perle come un torchio cartografico degli anni 30' costruito nei cantieri di Ansaldo, un computer usato dalla Nasa per la navigazione spaziale e la macchina da scrivere di Edoardo Sanguineti.

L'Archivio Museo della Stampa - "Raccolta Gutenberghiana", è un progetto museale e scientifico che l'editore Francesco Pirella ha deciso di rendere disponibile alla sua città, Genova. In mostra migliaia di caratteri in piombo, bronzo e legno ma anche torchi di varie epoche, documenti storici e curiosità, tutti accompagnati da macchine da stampa in legno e in ferro, a mano e a pedale.

Rari e preziosi reperti perfettamente funzionanti vengono esposti in un percorso a distanza ravvicinata e confidenziale, in un'officina sperimentale di cultura e di formazione", un museo "vivo" che si pone in collegamento stretto con la didattica del neo-libro (antilibro) e con le problematiche tecniche, storiche, culturali della comunicazione digitale attraverso oggetti-racconto, ma anche metodologia pressoria tipica della tipografia pre-elettrica che diventa modello per una vera è propria utopia di riproducibilità dell'universo.

"L'Archivio Museo della Stampa, - dichiara il sindaco Marco Bucci - apre alla città ed è pronto a diventare un luogo di grande interesse turistico e di formazione soprattutto per i giovani. Un interessante percorso che permette di scoprire la storia della stampa e la sua evoluzione nel corso degli anni. In occasione di Genova Capitale del Libro è un orgoglio poter inaugurare un nuovo spazio culturale di questo tipo, a due passi dalla biblioteca più grande della nostra città. Un ringraziamento a Francesco Pirella e alla Berio che hanno permesso di rendere pubblico un importante patrimonio storico che merita di essere scoperto"

"Se tra il 1450 e 1455, la tipografia segnò il passaggio tra il Medioevo e il Moderno, - racconta Francesco Pirella - Gutenberg e i prototipografi furono i primi plagiari del nostro tempo. Fu Aldo Manuzio a inventare, mezzo secolo dopo, il libro che conosciamo: aggiornò le matrici, ridusse il formato, lo fece diventare progetto. Nell'attuale epoca elettronica, postindustriale, il libro di carta perde l'esclusiva dei saperi, travolto dal mercato dell'immagine, stretto nella gabbia formale di un'idea passata. L'impiego delle tecnologie basate sulla luce permetterà al libro statico di competere con il libro elettronico e ciò sarà possibile secondo un auspicato principio di economia ecologica, naturalmente ignorata dal marketing e dai nuovi profeti dell'ecologia. Produrre quando serve".

"In Paleontologia - spiega Antonino Briguglio, associate professor del Dipartimento di Scienze della Terra, dell'Ambiente e della Vita dell'Università degli Studi di Genova - lo studio delle tracce è complementare allo studio dei resti fossili tradizionali che ci dicono che tipo di organismo ci trovassimo di fronte. In questo contesto di meraviglia si inserisce il lavoro di Pirella, icnologo dell'Antropocene, che parte dalla storia umana delle Tracce per un viaggio critico attorno alla tipografia, arte di lasciare un segno, permanente e comprensibile, e dove Gutenberg diventa figura essenziale seppur controversa. Ogai modi di stampa sono molteplici e dalle mere due dimensioni si innalzano sino alla terza e anelano alla quarta, lasciando segni che mutano nel tempo. Il tempo contrasta la preservazione delle tracce. È un viaggio emozionale quello che siamo qui invitati a percorrere per comprendere l'importanza, la bellezza e la fragilità del registrare le epifanie di questo mondo".

C'era una volta Gutenberg e la sua galassia che, con l'invenzione dei caratteri mobili, fa diventare la stampa un medium straordinariamente potente. Oggi, dopo oltre cinque secoli, la macchina digitale scompiglia le strutture della comunicazione, in una nuova rivoluzione che ridefinisce il rapporto tra oralità e scrittura e che ricostruisce la gerarchia tra i media stessi.

Mentre l'uomo tipografico ha ceduto il posto a quello digitale, in tutto il mondo ancora si analizza il rilievo storico e la portata dell'invenzione di Gutenberg e Genova, come Magonza, Parigi, Basilea e Anversa, dedica alla "Fabbrica del libro" "L'Archivio Museo della Stampa", in cui il vecchio mondo di Gutenberg viene messo in relazione con i simulacri linguistici dell'era del computer.