Ogni anno, nel bel mezzo dell'estate, uno degli scorci più incantevoli della riviera di ponente, incastonato com'è tra cielo e mare, diventa per più di un mese la capitale del teatro, per la nostra regione ma non solo. Perché il Festival di Borgio Verezzi, giunto alla cinquantottesima edizione, rappresenta ormai da tempo un punto fermo di quel movimento culturale che attraversa un pò trasversalmente la nostra penisola sfruttandone i luoghi geograficamente più seducenti cercando di coniugare arte e divertimento con una precisa e non sottovalutabile valenza turistica. Non a caso sul palcoscenico di piazza sant’Agostino nel corso degli anni hanno recitato tutti i più grandi attori del teatro italiano, da Paolo Villaggio a Lilla Brignone passando per Giorgio Albertazzi, Gabriele Lavia, Pino Micol, Giulio Brogi, Piera Degli Esposti ed Eros Pagni.
La tradizione continua quest'anno con un programma che in chiave comica, drammatica o fiabesca attraversa il tema dell''Essere e apparire: il sottile filo dell'inganno': “Pirandello le chiamava ‘maschere nude’. - ricorda Maximilian Nisi, il nuovo direttore artistico del Festival -. Mostrarci come siamo veramente richiede coraggio e temerarietà. Gli esseri umani, nel corso della loro vita, imparano a nascondersi a loro stessi e agli altri. Solo i bambini e i vecchi sono padroni dell’io, gli unici capaci di mostrarsi per quello che sono realmente. Essere e apparire: un fenomeno oggi particolarmente significativo, basta pensare alla virtualità che si nutre di esteriorità e maschere."
Così, dal 'Moby Dick' di Melville con Alessandro Preziosi che apre il Festival venerdì 5 luglio all’insegna del mare e delle sue illusioni ai travestimenti divini dell’'Anfitrione' di Plauto con Emilio Solfrizzi (9/10 luglio) e dalle macchinazioni politiche di Jago interpretato da Giuseppe Cederna nell’'Otello' di ispirazione pasoliniana proposto da Arca Azzurra (13/14 luglio) a quelle erotiche delle 'Relazioni pericolose' di Choderlos de Laclos (26/27 luglio) fino alle metamorfosi magiche del 'Sogno di una notte di mezza estate' (30 luglio) diretto e interpretato da Carlo Orlando e Eva Cambiale, il palcoscenico di Borgio Verezzi torna ad ospitare i grandi racconti del teatro e della letteratura. Tutti percorsi dal filo sottile dell’inganno. Un tema ‘teatrale’ per eccellenza, diventato centrale in un’epoca dominata da social media, fake news, telecamere invadenti e convenzioni sociali sempre più complesse.
Nel programma ogni spettacolo propone in chiave originale la tensione tra ciò che si è e ciò che si vuole (o si deve) sembrare, un gioco che si riverbera tanto nei classici quanto nella commedia contemporanea con 'L'illusione coniugale' di Eric Assous (19/20 luglio) dove la felicità apparente della coppia perfetta interpretata da Rosita Celentano e Attilio Fontana implode all’arrivo di un misterioso terzo incomodo; con 'Calcoli. Ovvero l’arte dell’inganno', una graffiante satira sociale firmata da Gianni Clementi in scena il 2 e il 3 agosto; con 'Un amore di peso' di Marco Cavallaro dove una coppia si trova ad affrontare e vincere pregiudizi e body shaming (5/6 agosto) mentre 'Video Club' (8/11 agosto) propone una trama innovativa sulla crisi coniugale che induce a una riflessione sul mondo iperconnesso in cui tutti viviamo.
Fanno da contraltare a questa rete di equivoci e inganni le due proposte di teatro in musica scelte per omaggiare personaggi che con la loro vita e la loro opera hanno sfidato anche drammaticamente tutte le convenzioni e le apparenze. Torna in Liguria, proprio a due passi da Sanremo, 'Avec le temps, Dalida', portato con successo nei teatri di tutta Europa da Maria Letizia Gorga (16 luglio) e arriva in prima nazionale 'L’amore scoppiò dappertutto' (21/22 luglio) dedicato a Fabrizio De André in occasione del 25° anniversario dalla scomparsa. Si chiude nell’illusione fiabesca evocata dalle Grotte di Borgio Verezzi dove andranno in scena 'Una sottile pazzia' tratto dai testi dello scrittore ligure Marcello Barlocco (12 agosto) e il visionario 'Dreams' ispirato a 'Lo cunto de li cunti' di Giambattista Basile, una delle cui favole tanti anni fa fu alla base de 'La gatta cenerentola' della Nuova Compagnia di Canto Popolare, spettacolo che è rimasto nella storia del teatro italiano.
IL COMMENTO
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