E' stato uno dei film italiani che più sono piaciuti alla recente Mostra di Venezia, inserito tra gli eventi speciali delle 'Giornate degli Autori'. “Coppia aperta quasi spalancata”, diretto da Federica Di Giacomo e interpretato da Chiara Francini e Alessandro Federico, traspone sullo schermo l'omonimo famosissimo spettacolo teatrale di Dario Fo e Franca Rame del 1983 che Francini da anni porta in giro sui palcoscenici di tutta Italia. L'attrice sarà protagonista domenica 22 alle 19 al cinema Corallo di un incontro con il pubblico genovese.
Il film racconta la sempiterna favola o il sempiterno martirio dell’amore quando è coppia, o quando si diventa molti di più. È la storia di Antonia, una moglie tradita che per sopravvivere tra le mura domestiche e riuscire a continuare a stare vicino al marito decide di accettare l’impensabile. Sposata da tempo con un uomo che non la ama più e fautore della "coppia aperta" è costretta ad accettare continuamente le relazioni extraconiugali del consorte. La donna inizialmente prova tristezza, ipotizzando anche il suicidio, poi si rende conto di essere ancora giovane e dunque pronta per iniziare una nuova vita. Così tra dialoghi e monologhi brillanti si snodano gli episodi più assurdi. Soltanto quando nel cuore di Antonia si insidia un nuovo uomo, giovane e intelligente, il marito sembra accorgersi dell’esistenza della moglie, del suo essere donna e del suo disperato bisogno di essere amata e considerata.
“Il testo di Franca Rame e Dario Fo fu dissacrante nel parlare della libertà sessuale e sentimentale della donna in una società borghese in cui il tradimento è consentito solo all’uomo – afferma la regista Federica Di Giacomo -. Cosa è cambiato in Italia dopo quarant’anni nel modo di concepire la fedeltà? Ispirandomi alla visione politica e satirica del teatro di Franca Rame ho pensato subito di rompere il testo e creare una struttura drammaturgica aperta che si sposta costantemente tra ciò che succede sulla scena e ciò che succede dietro le scene, tra la finzione e il documentario in un tempo filmico che coincide con quello della tournée dei due attori che ancora non vedono il rapporto fra il testo teatrale e la loro vita. Lo scopriranno inoltrandosi nei mondi reali, in Italia ancora sommersi, di chi non accetta più il monopolio della monogamia come unico sistema di valori e propone una visione nuova e radicale delle relazioni. I punti di vista quindi si moltiplicano mettendo in comunicazione microcosmi che non si sarebbero neanche mai sfiorati in un affresco corale e ironico sulla struttura dell’amore della società contemporanea e forse di quella futura”.
IL COMMENTO
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