Si chiude con numeri straordinari il doppio appuntamento dei Rolli Days di settembre dedicati a “Genova. Città di famiglie e palazze” che, nei weekend del 14-15 e del 21-22 settembre, ha registrato oltre 97mila presenze. Tra le prenotazioni ricevute, il 42% degli utenti si colloca sotto i 45 anni d’età, mentre il 38% proviene da fuori dalla Liguria.
Un dato importante a livello numerico – si tratta dell’edizione più partecipata da quando sono state introdotte le prenotazioni digitali – che sottolinea ancora una volta l’alto potenziale della manifestazione culturale dedicata al Patrimonio UNESCO cittadino.
La scelta di coinvolgere le dimore aristocratiche genovesi in due weekend consecutivi di aperture, in concomitanza con eventi di livello internazionale come il World Tourism Event dedicato alle destinazioni UNESCO (tenutosi a Palazzo della Meridiana) e il Salone Nautico Internazionale, ha permesso di offrire più opportunità di visita a cittadini e turisti, evitando il congestionamento delle visite, giunte al sold out in vista del secondo fine settimana di aperture.
«Rolli Days è solo un evento, ma in questi quindici anni di successi ha dimostrato concretamente come e cosa si può e si deve fare per costruire un legame forte e positivo tra i cittadini e il patrimonio del territorio. La parola d’ordine è evidentemente qualità: qualità organizzativa, qualità della ricerca, qualità della formazione, qualità nel coinvolgimento delle figure professionali. Oltre all’eccezionale lavoro e alla disponibilità di tutti i proprietari – pubblici e privati – che si mettono al servizio della città in un’operazione senza eguali, per esiti e ricadute. Abbiamo già dimostrato – dichiara il curatore scientifico, Giacomo Montanari – con uno studio statistico che l’impatto economico di una edizione dei Rolli Days trasforma ogni euro investito in almeno cinque d’indotto diretto sul territorio. Molto più difficile è misurare l’impatto sociale, cioè come i Rolli Days possono cambiare la vita delle persone: pensiamo, però, al fatto di dare lavoro a decine di giovani professionisti delle humanities under 35; di ricostruire il legame tra i cittadini e i beni monumentali del territorio; di veicolare l’immagine della città di Genova come meta di alto livello culturale e di costruire reti virtuose di cooperazione tra enti pubblici e soggetti privati. Questi effetti, amplificatisi nel tempo, rappresentano un grande successo e un innegabile modello che evidenzia una best practice ormai di livello europeo, dove molto conta anche il coinvolgimento dell’Università di Genova».
Il numero di divulgatori scientifici coinvolti in questa edizione è stato di 88, con 40 giovani professionisti provenienti da altre regioni italiane.
IL COMMENTO
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