Cultura e spettacolo

L'esposizione chiude la ricca programmazione che celebra i 20 anni di apertura al pubblico del palazzo
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di Silvia Isola

GENOVA - Cinquantadue opere che mostrano la percezione degli Ottomani nell’arte genovese: è questo il fil rouge della mostra di Palazzo Lomellino dal titolo “Ottomani, Barbareschi, Mori e altre genti dell’arte a Genova. Fascinazioni, scontri, scambi”. Un percorso lungo i capolavori, le sculture, i libri, le incisioni, i tappeti e le ceramiche prodotte dal medioevo all'età moderna per guardare attraverso le lenti della Genova del passato la figura dello "straniero". Le opere, prestate da privati, da fondazioni e da musei (tra cui il Musée du Louvre, il Museo di Capodimonte, le Gallerie dell’Accademia di Venezia), sono state selezionate dai curatori Laura Stagno e Daniele Sanguineti. 

Come nasce la mostra

Questo allestimento conclude il ricco programma di celebrazioni per i 20 anni di apertura del Palazzo. Era, infatti, il 2004 quando Palazzo Lomellino apriva per la prima volta al pubblico, durante Genova capitale europea della cultura. È stato il primo palazzo privato genovese a farlo, anticipando di gran lunga quello che poi è diventato il 'modello' dei Rolli Days. Ed ancora oggi il suo giardino e il suo emblematico ninfeo fanno il pieno di visitatori nelle giornate dei Rolli, tra i primi ad andare presto 'sold out' per le visite guidate alla riscoperta dei suoi tesori. Quest'anno tra le tante iniziative, cicli di incontri e visite guidate, c'è stata anche la realizzazione di una versione in Lego del Palazzo. 

Palazzo Lomellino in lego per i suoi 20 anni. E il sogno è di costruire tutta la Genova dei Rolli - L'IDEA

Ma Genova quest'anno ha deciso di dedicare la sua programmazione culturale alla riscoperta del Medioevo ed è anche da lì che parte questa mostra, visitabile fino al 26 gennaio 2025. 

"L'Altro" nel tempo

Genova da sempre è stata un crocevia di popoli, per cui lo sguardo nei confronti dei "turchi" è duplice e si divide tra paura e ammirazione. Del resto, lo straniero era portatore di usi e costumi diversi dai propri, durante le crociate era il nemico "ottomano", ma era anche un popolo con cui i genovesi interagivano nelle rotte commerciali. Combattenti, schiavi, dignitari e sultani sono i protagonisti delle composizioni raffigurate nei dipinti e negli altri manufatti esposti, in scenari che spaziano dalla corte di Costantinopoli al porto di Genova.

 

L'esposizione

Grande spazio ai dipinti di alcuni tra più importanti artisti attivi nel contesto genovese – da Paggi a Carlone, da Orazio De Ferrari a Bartolomeo Biscaino, da Giovanni Benedetto Castiglione detto il Grechetto, a Cornelis De Wael, fino a Giovanni Bernardo Carbone e Domenico Parodi – che illustrano i diversi aspetti del tema e dialogano con opere di artisti di diversa provenienza, quali il capolavoro dedicato da Paolo Veronese alla vittoria di Lepanto e la grande bozza di Francesco Solimena raffigurante la Strage dei giovinetti GiustinianiAi dipinti si alterneranno una varietà di altri manufatti artistici - dal vaso in ceramica di produzione ottomana con elaborati decori blu (la cui tipologia ha influenzato le coeve maioliche liguri) a un tappeto turco di fine Cinquecento, da libri e giochi da tavolo del XVI e XVII secolo che illustrano i costumi dei Turchi ai cartoni per arazzi eseguiti da Luca Cambiaso e dai suoi collaboratori. Un'esposizione che parte dalla premessa della ricca rete di rapporti di Genova con il mondo islamico nell'età medievale, richiamata in mostra da una teca d’avorio di manifattura arabo-sicula del XII secolo, per concentrare l'attenzione sull'età moderna e sulle diverse modalità con cui, in contesti diversi, sono state proposte in città immagini di Ottomani, Barbareschi e Mori. La mostra è stata resa possibile dalla collaborazione con il Dipartimento di Italianistica, Romanistica, Antichistica, Arti e Spettacolo dell’Università di Genova e la Fondazione Bruschettini per l’Arte Islamica e Asiatica.

Il significato per Palazzo Lomellino

"In questo anno di celebrazioni per il ventennale dell’apertura di Palazzo Nicolosio Lomellino, abbiamo dedicato i nostri sforzi a valorizzare la cultura figurativa di Genova attraverso una mostra che da un lato mette a fuoco una lunga storia di presenze multietniche  in città, dall’altro propone un patrimonio di immagini da cui emergono l’importanza dei legami di Genova con la Sublime Porta e il fascino degli oggetti suntuari ottomani che si riverbera nei dipinti, in parallelo all’orgoglio civico della Repubblica legato alla dimensione degli scontri militari", commentano i curatori Laura Stagno e Daniele Sanguineti. "Per questo evento abbiamo voluto ispirarci all’eredità di Luigi Centurione Scotto, proprietario del Palazzo nel Seicento, e all’apertura verso realtà lontane da lui mostrata attraverso gli affreschi che fece realizzare in questa dimora. Questo rappresenta dunque non solo un omaggio al nostro passato, ma anche un’apertura verso future esplorazioni culturali”.

"Quando, 20 anni fa, nacque l’Associazione Lomellino di Strada Nuova, Elena immaginava un’Associazione che diventasse veicolo di celebrazione della città di Genova ma anche, e soprattutto, di tutte le aree geografiche ed annessi universi culturali, cui l’antica Repubblica è stata storicamente legata e con i quali ha intrattenuto benefici scambi culturali nei secoli, influenzandone la cultura e venendone essa stessa influenzata", ha dichiarato Matteo Bruzzo, Presidente dell’Associazione Palazzo Lomellino di Strada Nuova APS. "Quest’attenzione al tema degli “Altri”, è peraltro elemento centrale della poetica pittorica di Bernardo Strozzi, i cui affreschi scoperti a Palazzo Lomellino, dedicati al racconto di civiltà “Altre”, furono tema della mostra dedicata all’artista, nel 2019. La mostra di oggi si inserisce felicemente in questo solco concettuale e fattivo. Elena ne sarebbe stata fiera". 

 

 

 

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