Dicembre, tempo di bilanci. E se ancora mancano un paio di settimane alla conclusione del 2024, si può dire che per Palazzo Ducale è stato davvero un anno-boom poiché già all'inizio del mese si è raggiunto il traguardo delle 377.000 presenze, superando quelle del 2023 pur mancando ancora il periodo delle feste che storicamente per le mostre si è sempre rivelato un ottimo momento. Un successo che premia una programmazione a trecentosessanta gradi che unisce le varie esposizioni ospitate a momenti di riflessione e confronto come 'La Storia in piazza', giunta alla quattordicesima edizione; il Festival di 'Limes' in collaborazione con la nota rivista geopolitica; il convegno sull'Impero di Genova che ha approfondito la grande espansione della città nel Medio Evo e il 'Bookpride', fiera nazionale dell'editoria indipendente. Appuntamenti che compresi tutti gli altri organizzati nell'anno complessivamente hanno ottenuto quasi 133.000 presenze.
Sono però ovviamente le mostre ad aver fatto la parte del leone: quasi 70.000 visitatori per Artemisia Gentileschi nonostante le risibili polemiche che ha generato; circa 20.000 per McCurry; più di 20.000 per Salgado, la stessa cifra per Berthe Morisot (ancora in corso) e 5.000 finora per Lisetta Carmi, inaugurata alla fine di ottobre, un successo - questo - che sta andando al di là delle aspettative: “La scommessa – afferma con soddisfazione la direttrice di Palazzo Ducale Ilaria Bonacossa - è stata quella di puntare su un racconto nuovo di questa figura che a Genova ovviamente era conosciuta ma adesso mostrata in una maniera nuova. Più in generale credo che questi numeri siano legati sia alla qualità delle proposte, degli interlocutori, dei partner e delle persone invitate a parlare ma anche molto a una nuova strategia di comunicazione che abbiamo lanciato, prima fra tutte l'idea di usare i social, di essere più attivi in prima persona a parlare con il nostro pubblico. E da questo punto di vista una grande novità per l'anno prossimo è lanceremo il canale WhatsApp di Palazzo Ducale per poter davvero parlare in tempo reale con chi ci segue”.
Quest'anno avete dedicato uno spazio importante alla fotografia. “Sì, la fotografia resta nelle linee strategiche di Palazzo Ducale perché ha il potere di parlare anche a chi magari non è appassionato d'arte contemporanea. In qualche modo col telefonino siamo diventati tutti fotografi e quindi le persone si riconoscono facilmente nella fotografia e il fatto che da quasi vent'anni questa struttura presenti grandi maestri e giovani talenti lo rende una parte centrale della sua identità”.
Poi ci sono state anche grandi mostre. Penso per esempio Nostalgia che era molto particolare, giocata su un sentimento. “Sì, un'altra sfida produrre un'esposizione legata a un sentimento. L'abbiamo comunicata con un podcast che è andato molto bene e che ha portato anche chi non è riuscito a vedere la mostra a saperne e a parlarne. Ci ha stupito pure il fatto che la natura della mostra ha reso il catalogo un oggetto interessante, abbiamo venduto molti più cataloghi di quanto non accade di solito”.
Per quello che riguarda lei, il giorno del suo insediamento le chiesi se avesse paura e mi rispose: datemi almeno qualche giorno per capirlo. Dopo quasi un anno come stiamo a paura? “Devo dire abbastanza bene, per fortuna quando ho paura ho un team che mi protegge e mi aiuta a non fare passi falsi, a capire la città e a sviluppare in sinergia un programma che l'anno prossimo vedrà anche l'arte contemporanea presente al Ducale. Non solo perché è la mia passione ma anche perché nella sfida di ringiovanire il nostro pubblico, obiettivo primario, è sicuramente un'arma importante.
Per concludere, nella letterina a Babbo Natale cosa chiede per l'anno prossimo? “Che ci sia un pubblico anche internazionale che viene a Genova prima per vedere una mostra e poi per godersi le bellezze della città”.
IL COMMENTO
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