Cultura e spettacolo

L'opera era assente dalle scene genovesi dal 2009
1 minuto e 48 secondi di lettura
di Redazione spettacoli

Assente dalle scene genovesi dal 2009, ha debuttato ieri al Carlo Felice 'Andrea Chénier', l'opera più nota di Umberto Giordano che il compositore pugliese scrisse nel 1896 su libretto di Luigi Illica, presentata in un allestimento del Teatro di Bologna e dell'Opera Garnier di Montecarlo per la regia di Pier Francesco Maestrini, le scene di Nicolas Boni e la direzione musicale di Donato Renzetti.

Protagonista un poeta realmente esistito

Come è noto è ambientata al tempo della Rivoluzione francese e vede protagonista un poeta realmente esistito che condivise gli ideali di libertà ma non gli eccessi del Terrore finendo ghigliottinato a soli 32 anni. Illica da un lato ha creato un affresco coinvolgente giocando sul contrasto fra nobiltà e popolo e sui sentimenti individuali (anche se qualche taglio qua e là - soprattutto nei due quadri centrali - avrebbero giovato alla resa drammaturgico-musicale) mentre estremamente interessante è la partitura di Giordano che, a parte alcune romanze giustamente famose (Un dì all'azzurro spazio, Nemico della Patria, Son sessant'anni, Come un bel dì di maggio), governa le pagine solistiche e gli ampi interventi corali con maestria e soluzioni pregevoli.

Affascinante l'impianto visivo

Bello l'impianto visivo con una cornice spezzata che avvolgendo nel primo atto la festa nel palazzo nobile fa presagire la rivoluzione mentre le fiamme che distruggono l'elegante fondale danno il via al ribaltamento sociale e al Terrore. Sul podio Donato Renzetti ha offerto una lettura incisiva, dando ampio respiro agli slanci lirici di Giordano ma accentuando anche con efficacia drammatica i momenti più drammatici dell'azione mentre il cast si è dimostrato ineccepibile: Fabio Sartori, al suo debutto nel ruolo di Chénier, ha esibito la consueta, ammirevole generosità vocale ben meritando l'ovazione che il pubblico genovese gli ha tributato dopo 'Un dì all'azzurro spazio'; Amartuvshin Enkhbat è stato un magnifico Gerard, personaggio complesso che subisce nel corso dell'opera una profonda trasformazione, resa con abilità vocale e attoriale dall'artista mentre Maria Josè Siri ha restituito con gusto la parte di Maddalena. Alla fine meritati applausi. Si replica domenica alle 15, mercoledì 12 alle 20 e sabato 15 alle 15.

 

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