Cultura e spettacolo

Racconta il lavoro del team della rete televisiva americana Abc durante l'attentato di Settembre Nero alle Olimpiadi di Monaco del 1972
4 minuti e 22 secondi di lettura
di Dario Vassallo

In un'epoca in cui tutto ciò che accade nel mondo viene riportato istantaneamente su tv, social media e siti di notizie, 'September 5 – La diretta che cambiò la Storia' ci riconduce indietro nel tempo al primo evento in assoluto vissuto 'live' che incollò davanti al piccolo schermo 900 milioni di persone: il 5 settembre 1972 un gruppo terroristico noto come Settembre Nero durante le Olimpiadi di Monaco uccise due membri della squadra israeliana e ne prese altri nove in ostaggio chiedendo il rilascio di 234 palestinesi prigionieri in Israele e tre aerei per partire verso un paese arabo amico. Il successivo tentativo di liberazione da parte della polizia tedesca portò alla morte di tutti gli atleti sequestrati, di cinque fedayyin e di un poliziotto. Per la Germania una terribile tragedia in un momento in cui il paese stava iniziando a fare pubblicamente i conti con gli orrori inflitti agli ebrei durante la seconda guerra mondiale.

Protagonista il team della rete Abc che seguiva le Olimpiadi 

Il film di Tim Fehlbaum, unendo fiction a tutta una serie di filmati di archivio, descrive nel dettaglio gli ostacoli che il team della rete televisiva americana ABC che lavorava in quei giorni a Monaco dovette superare per poter catturare la crisi mentre accadeva affidandosi a telecamere enormi, pellicole da 16 mm di contrabbando, una serie di walkie talkie e tanta ingegnosità. Ma non solo, perché affronta anche le difficili domande che i giornalisti furono costretti a porsi mentre affrontavano una situazione in cui molte vite umane erano in bilico: tra loro il capo del team, l'irascibile responsabile delle operazioni della squadra, una traduttrice locale di tedesco e un giovane produttore che avrebbe dovuto documentare una giornata di boxe e pallavolo finendo per imbattersi in qualcosa di molto più significativo.

Alcune persone guardano dei monitorUna scena di 'September 5'

Offre una nuova prospettiva sugli eventi

Ciò che accadde in quelle 24 ore in cui si consumò il dramma è stato descritto in numerosi documentari come ‘Un giorno a settembre’ che vinse l'Oscar nel 2000 e in alcuni film come 'Munich' di Steven Spielberg ma 'September 5' offre una nuova prospettiva sugli eventi. Puntando le telecamere non sulle stanze in cui gli atleti erano tenuti prigionieri o sulla pista della base NATO dove si consumò una carneficina ma sulla serie di monitor che portarono quella vicenda al mondo, Fehlbaum va controcorrente rispetto alla storia ma riesce a trovare un modo potente per concentrarsi sulla serie di dilemmi morali che sollevava e sulla complicità involontaria della ABC in ciò che è accadde perché alla fine si scopre che i terroristi guardavano anch'essi la televisione dalla stanza d'albergo in cui avevano intrappolato gli atleti israeliani venendo a conoscenza in tempo reale di quanto accadeva fuori con l'incompetenza e l'impreparazione quasi incredibile della polizia tedesca e il suo rifiuto alla richiesta israeliana di fornire una squadra di forze speciali per risolvere la questione.

Un thriller giornalistico con il ritmo di un film d'azione 

Così se 'Munich' si era immerso nello spargimento di sangue viscerale e morale sul campo qui si esce a malapena dalla sala di controllo che diventa un microcosmo per le responsabilità etiche della copertura mediatica, un thriller giornalistico nella tradizione di 'Tutti gli uomini del presidente', 'Sindrome cinese' o 'Il caso Spotlight', sia pure con il ritmo di un film d'azione. Ci descrive un gruppo di persone ossessionate dal raccontare una storia, raccontarla bene, senza giudizi o pregiudizi riferendo i fatti così come accadevano, con tutte le contraddizioni che ciò comportava. Il film non spiega, non cerca di far capire allo spettatore il substrato politico del conflitto israelo-palestinese né chi siano i personaggi e da dove vengano. Sono le loro azioni a definirli, il loro modo di affrontare la situazione, le decisioni, i dubbi. Una sorta di economia narrativa per farci entrare nel vivo di ciò che sta accadendo.

Intreccia vari temi intorno al giornalismo

E anche se si sa come si sono conclusi gli attacchi di Monaco, 'September 5' rimane ricco di suspense fino alla fine, concentrandosi su questi personaggi intrappolati tra il desiderio di portare a termine il proprio lavoro e la consapevolezza di ciò che è esattamente in gioco. C'è poi un modo di raccontare che è quasi claustrofobico: uno studio televisivo, qualche ufficio scarsamente illuminato, un paio di sale di montaggio... Tutto crea nello spettatore una sensazione di crescente tensione amplificata dai vari temi che il film solleva attorno al giornalismo e alla necessità di raccontare una storia, o alla possibilità che le cose peggiorino semplicemente perché la si racconta.

Molto di più di un piccolo film su un grande argomento

Un altro aspetto del film è la sua capacità di generare empatia con i personaggi. Anche se alcuni di loro hanno preso decisioni discutibili, possiamo comprendere le ragioni che li hanno spinti ad agire in quel modo. Questa empatia ci permette di riflettere su come le circostanze possano portarci a prendere scelte non sempre giuste, soprattutto nei momenti in cui la tensione, l'incertezza e tutto ciò che ci circonda è totalmente inedito. ‘September 5’ è molto più di un piccolo film su un grande argomento, ricordandoci che la forza e l'impatto di una storia dipendono in larga parte dal modo in cui ci viene raccontata. 

 

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