"Difetti esecutivi" rispetto al progetto originario e degrado e corrosione di diverse parti dovuti alla "mancanza di interventi di manutenzione significativi". Lo scrivono i tre periti del gip Angela Nutini nella risposta al secondo quesito del primo incidente probatorio per il crollo del ponte Morandi, il viadotto autostradale collassato un anno fa causando la morte di 43 persone. I periti hanno esaminato le condizioni di conservazione e manutenzione dei manufatti non crollati e delle parti precipitate.
I tre esperti, nella loro relazione depositata oggi, hanno analizzato i reperti, ma anche effettuato carotaggi e analisi sia sulle parti crollate (quelle della pila nove) che quelle rimaste in piedi (non solo la 10, ma anche le altre). In particolare per quanto riguarda il reperto 132 (l'ancoraggio dei tiranti sulle sommità delle antenne del lato Sud), considerata dalla procura di Genova la prova "regina" perché e' il punto che si sarebbe staccato per primo, i periti hanno individuato nei trefoli "uno stato corrosivo di tipo generalizzato di lungo periodo, dovuto alla presenza di umidita' di acqua e contemporanea presenza di elementi aggressivi come solfuri, derivanti dello zolfo, e cloruri". L'inchiesta vede indagate 71 persone, insieme alle due societa' Autostrade e Spea. I reati, a vario titolo, sono di omicidio colposo, omicidio stradale colposo, disastro colposo, attentato alla sicurezza del trasporti e falso.
Un focus particolare è riservato ai trefoli di acciaio dentro i tiranti della pila 9 del ponte Morandi, quella crollata il 14 agosto 2018, avevano un grado elevato di corrosione. E' quanto scrivono i tre periti del gip nella relazione del primo incidente probatorio. Il 68% dei trefoli del gruppo primario, situato all'interno del tirante, e l'85% dei trefoli situati più all'esterno, avevano una riduzione di sezione tra il 50% e il 100%. I periti del gip che hanno analizzato i resti del Ponte Morandi rilevano inoltre come nelle parti esaminate "non si evidenziano interventi atti a interrompere i fenomeni di degrado. Gli unici ritenuti efficaci risalgono a 25 anni fa" si legge.
A peggiorare lo stato della struttura ci sarebbero anche difetti di esecuzione. Alcune guaine, scrivono gli ingegneri, non sono iniettate del tutto o lo sono parzialmente e i trefoli possono essere estratti manualmente per questo motivo. Dove sono emersi difetti di esecuzione, "i cavi secondari sono spesso liberi di scorrere: alcuni trefoli non sono stati trovati dentro le guaine. In generale i cavi secondari nelle guaine presentano fenomeni di ossidazione e, in alcuni casi, con riduzione di sezione, i quali hanno effetti diretti sulla sicurezza strutturale" dice la relazione. Gli esperti hanno valutato anche parti non crollate trovando reti metalliche elettrosaldate per contenere il distacco di calcestruzzo dalle stampelle e selle Gerber il cui "stato di conservazione è caratterizzato da un livello generalizzato esteso e grave di degrado".
cronaca
Ponte Morandi, i periti: "Difetti, poca manutenzione e fino al 100% di riduzione dell'acciaio negli stralli"
A peggiorare lo stato della struttura ci sarebbero anche difetti di esecuzione
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