GENOVA - Serata di grandi promesse e conferme da parte della politica ligure quella a Terrazza Colombo in cui il Teatro Carlo Felice ha tracciato un bilancio su quelli che sono stati gli ultimi tre anni, tra grandi sfide, coraggio e impegno nell'affrontare la pandemia e riuscire al tempo stesso a realizzare grandi produzioni, progetti sempre più vicini ai giovani e un Nervi Music Ballet Festival che è tornato ad essere centrale nel panorama dell'estate genovese in primis, ma anche italiana. La volontà di investire nell'Opera Carlo Felice da parte del territorio è testimoniata dal Comune di Genova e dai comuni liguri come Portofino che già hanno accolto l'orchestra per eventi unici, ma anche da parte di Regione Liguria che sempre più vede nella cultura il motore del rilancio turistico anche durante la stagione invernale.
Tre anni da sovrintendente per Claudio Orazi, com'è cambiato il Teatro Carlo Felice - IL BILANCIO
Doppio impegno preso però anche dai parlamentari liguri oggi a Roma, entrambi molto vicini al teatro in questi anni ed entrambi alla loro prima esperienza alla Camera e al Senato. Da una parte la deputata di Noi Moderati Ilaria Cavo, eletta vicepresidente della commissione attività produttive nonché ex assessore alla cultura di Regione Liguria, guarda all'eccezionalità dei balletti di Nervi e al Fondo unico per lo spettacolo, da scongelare dopo questi due anni di pandemia.
"Il grande obbiettivo è quello di riuscire a far rientrare questo festival estivo nella programmazione di quelli nazionali e non lo dico soltanto di nome, ma anche e soprattutto per finanziamenti"
Un tema che non spaventa di certo Cavo, che all'inizio del suo primo mandato ha trovato un teatro con più di 40 milioni di debiti e che negli anni ha conquistato tanti traguardi, dallo sbloccare la legge Bray allo stabilizzare assieme al Comune di Genova 40 lavoratori precari nei comparti tecnici, artistici e amministrativi a tempo indeterminato. A Roma, seppur in una commissione diversa, potrà comunque far valere l'esperienza acquisita negli ultimi 7 anni e proporre temi centrali per la vita del teatro, tra cui "sbloccare il Fus, i criteri di valutazione sulle performance, sulla qualità, sul numero di spettacoli sono rimasti fermi a causa del Covid, ma ora questi criteri oggettivi possono premiare il teatro".
Dall'altra il senatore del Movimento 5 Stelle Luca Pirondini che fa parte del consiglio di indirizzo nel teatro dalla commissione cultura potrà fare anche lui molto per la fondazione lirica genovese. "Le fondazioni liriche devono tornare di diritto pubblico e non più privato", conviene Pirondini con il sovrintendente Claudio Orazi, che sogna una legislazione nuova per lo spettacolo dal vivo e l'opera lirica che consenta di puntare più "sugli aspetti sociali, educativi, comunicativi dei teatri, con un criterio di valutazione non soltanto numerico ma di qualità e di estensione del rapporto tra la fondazione lirica e la società". Altro impegno che Pirondini si sente di assumere è quello di "lavorare sulla legge Genova".
"Si tratta di un finanziamento che progressivamente nel tempo è sempre più stato depauperato e che invece deve tornare alle origini, anche perché la fondazione genovese ha fatto la scelta difficile, ma che poi ha premiato, di aver messo per il minor numero di settimane in Italia i lavoratori in cassa integrazione"