GENOVA - Ultime tre recite per "Béatrice et Bénédict", l'opera che ha aperto la stagione del Teatro Carlo Felice e che per la prima volta ha portato all'attenzione del pubblico italiano il titolo di Hector Berlioz. Appuntamento venerdì 4 novembre alle ore 20, sabato 5 e domenica 6 alle 15 per assistere all'allestimento che porta la firma di Damiano Michieletto. "Provocatoria", "dirompente", "intrigante", "ardita": questi soltanto alcuni degli aggettivi per descrivere la regia, come sempre originale e innovativa.
"E' un'opera molto interessante, anche dal punto di vista visivo è di grande impatto"
"La musica francese è molto difficile", spiega a Primocanale nel dietro le quinte Giorgio Misseri, tenore che nel secondo cast veste i panni di Bénédict. "Sia per le voci sia a livello musicale, abbiamo fatto un grande lavoro impegnativo e c'è un bel feeling con tutta la squadra che si è creata, dai colleghi all'orchestra al maestro Donato Renzetti".
Michieletto costruisce sul palco del teatro un Eden per Adamo ed Eva, l'Eden dell'amore libero e privo di legami, naturale e istintivo, com'è il sentimento che lega i due protagonisti, per poi distruggerlo e imprigionarlo nella gabbia del matrimonio. La scenografia è di certo di grande impatto, l'allestimento moderno rende ancora più facile per il pubblico immedesimarsi nella vicenda che è ambientata in una Sicilia del 1500, all'indomani di una vittoria spagnola contro i Mori. Ma l'attenzione è tutta per i battibecchi tra i due protagonisti. "Beatrice è una donna molto forte, sicura: all'inizio appare molto dura, ma poi si spoglia di fronte a questo grande amore e quindi c'è l'happy ending", spiega il suo personaggio il mezzosoprano Sofia Koberidze, che con Misseri però scherza dicendo: "Non abbiamo capito alla fine se ci amiamo o meno, siamo confusi". Ma Bénédict, l'homme marié, l'uomo che finisce per cedere alla "tregua" del matrimonio, assicura:
"Siamo innamorati, come sempre è l'amour a trionfare"
IL COMMENTO
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