Dopo un incontro in Prefettura con i sottosegretari spezzini e un vertice on line con il Ministro Orlando, i sindacati hanno raccolto impegni e promesse sul futuro dell’ex Oto Melara, oggi in mano a Leonardo, che presto potrebbe passare in mano a francesi e tedeschi.
La trattativa con Knds, che ha presentato un’offerta di circa 650 milioni di euro sembra aver messo in allarme tutto il mondo politico, oltre a quello sindacale. Le dichiarazioni di tutti i principali esponenti politici, spezzini e non, vanno nella stessa direzione, contraria alla cessione dello stabilimento spezzino in mano straniera:
"Condivido l'obiettivo, a mio avviso indispensabile, di mantenere una proprietà italiana dell'ex Oto Melara – dice Raffaella Paita di Italia Viva - Un passaggio in mani straniere potrebbe comportare problemi rispetto alla continuità industriale dell'impianto della Spezia”.
“Non possiamo accettare l’ipotesi di un eventuale spacchettamento della B.U. Sistemi Difesa di Leonardo, di cui il sito produttivo della Spezia fa parte, tantomeno una vendita ad aziende straniere” sostiene Manuela Gagliardi di Coraggio Italia.
“L’ex Oto Melara deve rimanere italiana e sotto controllo pubblico” dicono dalla Lega in Regione Benveduti e Mai. Anche il Pd ligure nella stessa direzione con il capogruppo di Via Fieschi Garibaldi: ““L’ex Oto Melara è una ricchezza e un asset importante per il nostro Paese, che non si può spacchettare e cedere all'estero”.
Insomma tutti i partiti che sostengono il Governo hanno preso posizione contro l’ipotesi franco-tedesca e puntano, semmai, sulla cessione a Fincantieri. Ma non si può ancora dire che Palazzo Chigi la veda allo stesso modo. La prudenza con cui il Ministro Orlando si è espresso nel promettere ai sindacati di voler vigilare, senza prendere posizione sul passaggio in mani straniere è più di un indizio. La stessa sottosegretaria alla Difesa, Stefania Pucciarelli, leghista, si è espressa fino ad oggi con molta più cautela rispetto agli esponenti del suo partito.
IL COMMENTO
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