GENOVA - Anche se la politica non è scesa in strada, ha fatto sentire la propria voce oggi, nella giornata in cui gli imprenditori edili hanno protestato contro le misure adottate dal governo Meloni sui crediti incagliati, in relazione al Superbonus. Le parole del presidente di Regione Giovanni Toti hanno scatenato la reazioni degli edili, con un botta e risposta materializzatosi lungo il corso della giornata.
"Sulla necessità di intervenire sui crediti incagliati aiutando le imprese ho già espresso il mio pensiero con grande chiarezza. Bloccare una città, con gravi disagi per lavoratori, imprese e famiglie non è una soluzione e, anzi, trasforma una ragione in un torto. Chi vuole solidarietà deve avere la stessa solidarietà per le vite altrui: ogni dialogo sarà possibile solo quando cesseranno i disagi per i cittadini genovesi" ha spiegato in una nota il presidente Toti.
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"Ci rammarica molto la sua uscita pubblica sui social relativamente alla nostra manifestazione. Noi, cittadini liguri, in ginocchio, abbiamo bisogno del supporto e della solidarietà del nostro Presidente per riuscire a difendere il nostro lavoro, quindi il nostro futuro e le nostre famiglie! Con viva e vibrante angoscia" si è letto in una nota del gruppo #bastacreditiincagliati.
Non si sono fatte attendere le reazioni del mondo politico, con le parole del senatore del Partito democratico Lorenzo Basso. "Senza alternative non si può cancellare il Superbonus. Migliaia di posti di lavoro sono a rischio. Il governo preferisce favorire il lavoro precario e diminuire la trasparenza e la sicurezza con l'autorizzazione dei subappalti a cascata del nuovo codice appalti. La maggioranza di centrodestra ha creato una situazione di allarme bloccando il Superbonus per guadagnare risorse da spendere per le proprie scelte invece che discutere di un nuovo sistema di incentivi per l'edilizia come propone l'Europa. Come Partito Democratico avevamo presentato proposte correttive per migliorare il cosiddetto decreto crediti che doveva risolvere i problemi di imprese, famiglie e professionisti alle prese con i crediti incagliati e invece è diventato un pantano, capace persino di peggiorare una situazione già di per sé difficile. La destra al governo ponendo la fiducia al Senato dimostra che non vuole ascoltare le proteste dei cittadini e dei lavoratori che oggi hanno manifestato con forza a Genova".
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Alle parole del senatore dem hanno fatto eco quelle del suo collega di partito Pippo Rossetti, consigliere regionale del Pd. "La manifestazione di oggi, che blocca tutta Genova, è il sintomo di un grandissimo malessere che non sfugge ai cittadini ma sfugge forse a Toti, che attacca i manifestanti perché bloccano la città. Parliamo di aziende che si ritrovano con milioni di euro di crediti incagliati, stipendi non pagati da mesi e il rischio di fallimento. Una situazione ad altissimo rischio di conteziosi che crea grande preoccupazione. Di fronte a questa situazione sarebbe più interessante sapere cosa fa Toti e non cosa dice sulla manifestazione, ci piacerebbe capire quali sono le proposte che il centrodestra regionale e il centro destra al governo stanno mettendo in campo. Insieme al Movimento Cinque stelle avevamo proposto una Legge per chiedere alla Regione di i crediti di imposta, ma la scelta del governo ha bloccato anche questa possibilità. Quindi invece di interferire sul diritto di manifestare dei cittadini la giunta dialoghi con il governo di cui fa parte per sbloccare una situazione che mette a rischio migliaia di posti di lavoro e trovare soluzioni. Fatti non parole”, così il consigliere regionale del Partito Democratico Pippo Rossetti dopo le dichiarazioni di Toti sulla manifestazione".
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Il capogruppo del Movimento Cinque Stelle in consiglio regionale Fabio Tosi, citando Primocanale, appoggia le parole dell'imprenditore edile Nico Messina. "Abbiamo sentito le dichiarazioni dell’imprenditore edile Nico Messina, anche oggi in corteo, con i tanti colleghi e i loro dipendenti, per difendere la propria azienda dalla fallimentare politica del centrodestra. Una politica che si ostina a non disincagliare i crediti fiscali con azioni immediate, e contestualmente a minare il Superbonus. Messina ha ragione al 100%, quando contesta chi ricorda loro che gli edili dovrebbero manifestare a Roma anziché bloccare Genova. Vero: chi rappresenta la filiera genovese e ligure è qui, in questa città e in questa regione. Bucci e Toti, facendo quadrato con tutti i sindaci e i governatori del Paese, dovrebbero far sentire la propria voce a Roma presso il Governo. Toti si impegni dunque a firmare un disegno di Giunta urgente, lo porti subito nelle Commissioni competenti e quindi celermente in Consiglio regionale, per il voto. Con questa Pdl, inizieremmo a dare le prime risposte alle imprese. Dopodiché, crediamo che le Regioni, tutte senza distinzioni di bandiera, debbano rappresentare all’esecutivo Meloni l’urgenza di aiutare la filiera e di rendere strutturali i bonus edilizi, che hanno salvato un comparto destinato, prima della norma M5s, a una lenta e inesorabile agonia causa l’allora cronica stagnazione dell’edilizia in Italia".
Anche l'ex senatore del Mov5s e oggi consigliere comunale di Uniti per la Costituzione Mattia Crucioli esprime la propria solidarietà nei confronti dei lavoratori edili, attaccando frontalmente il presidente ligure Giovanni Toti. "Esprimendo la massima solidarietà a tutti i lavoratori edili che, per la seconda volta in pochi giorni, sono scesi in piazza a Genova a centinaia per protestare contro i provvedimenti del Governo che mettono a repentaglio l'intera categoria, desidero prendere distanza dalle irricevibili dichiarazioni del presidente Toti che trovo gravemente inadeguate oltre che lesive dei diritti di sciopero e di manifestazione sanciti dalla Costituzione. Il malessere di questi lavoratori è purtroppo solo l'anteprima di una crisi profondissima che vedremo aprirsi nei prossimi mesi. Compito della politica è farsene carico e schierarsi al fianco dei cittadini, non certo quello di condannarli e reprimerli".
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IL COMMENTO
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