GENOVA - Proseguono i cicli di incontri organizzati da Linea Condivisa sul tema della gestione dei rifiuti in Liguria. L'obiettivo è quello di mettere a disposizione di tutta l'area di centrosinistra, progressista, l'elaborazione dei dati raccolti ma soprattutto le proposte da presentare in vista del futuro, più o meno prossimo, che riguarderà anche le sorti della coalizione.
Secondo i numeri raccolti da Linea Condivisa la Liguria resta indietro dal punto di vista della raccolta differenziata e registra il più alto costo pro capite relativo al ciclo di gestione dei rifiuti. Nel 2018 erano 832.333 tonnellate su una popolazione totale di 1.520.644 milioni di abitanti, la produzione pro capite di ru è passata dai 555.3 kg/abitante/anno nel 2015 ai 541 attuali. Savona, con 581 kg/abitante, è tra le province italiane con la maggior produzione pro capite di rifiuti urbani.
La percentuale di raccolta differenziata in Liguria è ancora troppo bassa: siamo al 55,70% del 2021 (la media nazionale è del 61,3%). La Spezia ha conseguito uno dei maggiori risultati d'Italia: 75,12%. Segue Savona, con il 63,55%, Imperia con il 53,48%. Genova fanalino di coda con il 48.40%. Sono stati 184 i comuni liguri analizzati su un totale di 234, per circa 1 milione e 400 mila abitanti. Emerge che il costo totale maggiore si registra in Liguria (253,73 euro/ab/anno), in particolare la voce preponderante, con 85,41 euro/ab/anno, è riferita alla gestione del ciclo di rifiuti indifferenziati.
"In queste settimane la giunta Toti si è inventata Arlir, una nuova agenzia regionale in materia di gestione integrata dei rifiuti. Un’agenzia simile ad Alisa che dovrebbe chiudere definitivamente il ciclo dei rifiuti. Non capiamo però come una struttura amministrativa possa fare questo - attacca Linea Condivisa -. Come Alisa si tratta di un ente sovrapposto alle strutture democraticamente elette dai cittadini e dalle cittadine (come Comuni e Città Metropolitana)".
"Le cittadine e i cittadini di Genova si trovano a pagare la Tari più cara d’Italia" accusa il capogruppo di Linea Condivisa Gianni Pastorino. In media nel 2022 una famiglia ligure ha pagato 357 euro la tassa per i rifiuti, rispetto ai 314 della media nazionale. "Le nostre proposte prevedono l’introduzione di una raccolta porta a porta seria, fatta in modo diversificato a seconda della struttura urbanistica della nostra città, raddoppiare subito l’impianto di via Sardorella a Genova Bolzaneto e costruire un impianto per la separazione dei rifiuti con trattamento meccanico-biologico (TMB) invece di mandare i nostri rifiuti fuori regione".
Secondo gli esponenti di Linea Condivisa "per ridurre i costi della Tari è necessario partire con una raccolta differenziata porta a porta. Esistono esempi di grandi città con sistemi così che funzionano molto bene, come per esempio Milano. L'esperimento di Quarto Alta, con l'80% di raccolta differenziata, ha dimostrato che la soluzione della raccolta porta a porta può essere una buona alternativa.
Arriva poi il netto "no" a qualsiasi ipotesi di inceneritore perché "la realizzazione di questo tipo di impianto è estremamente costosa, produce a sua volta rifiuti (il 30% di quello che entra in un inceneritore diventa poi rifiuto speciale). Ha poi una produzione di energia elettrica meno efficace di quel che si pensa: un rendimento del 21%, ciò significa che il 79% di energia che recuperiamo la buttiamo via. Gli inceneritori non rientrano poi nel sistema di economia circolare e quindi non possono essere finanziati con fondi europei".
"Pensiamo che le nostre proposte sono in linea con l'Europa, la quantità di rifiuti per abitante in questa regione è pagata di più che in tutte le altre regioni. Crediamo che il porta a porta sia rispettoso e sia la risposta che può far salire la raccolta differenziata, come accade in altre città d'Italia e d'Europa. Il nuovo impianto che deve essere realizzato a Scampino è obsoleto e non in linea con i tempi, bisogna cambiare registro e cambiare passo perché oggi si può fare qualcosa di più e meglio" ha commentato la presidente di Linea Condivisa Rossella D'Acqui.
IL COMMENTO
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