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Al politico, non ferito ma scosso, è stato consigliato da parte della Digos di tornare a casa e allontanarsi dalla zona, mentre i colpevoli della violenza sono stati identificati
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di Matteo Angeli

SAVONA - Centinaia di persone, con striscioni e fischietti, si sono radunate di fronte al palazzo della Provincia di Savona per protestare contro la paventata realizzazione di un rigassificatore nel comune di Vado Ligure: la manifestazione è stata realizzata in concomitanza con la riunione indetta per questo pomeriggio che ha appunto lo scopo di presentare il progetto ai sindaci del territorio. 

All'incontro hanno partecipato il presidente di Regione e commissario dell'opera Giovanni Toti, l'assessore alle Infrastrutture Giacomo Giampedrone, referenti di Snam e Rina e i sindaci dei Comuni interessati. 

Momenti di tensione si sono registrati all'ingresso del palazzo, un piccolo contingente di polizia e carabinieri sta presidiando la sede dell'incontro: il consigliere Stefano Mai, uno dei primi ad arrivare, è stato costretto a entrare precipitosamente per evitare un pericoloso confronto con i manifestanti.

Da una prima ricostruzione un'aggressione fisica è avvenuta da parte di un manifestante nei confronti il consigliere regionale e capogruppo della Lista Toti in Regione Liguria, Angelo Vaccarezza. Al politico, non ferito ma scosso, è stato consigliato da parte della Digos di tornare a casa e allontanarsi dalla zona, mentre i colpevoli della violenza sono stati identificati. 

"Sono uscito dalla riunione in provincia e alcune persone mi hanno aggredito - spiega a Primocanale il consigliere -. Non è successo nulla di che, almeno per me, ma non sono potuto rimanere a causa di questo clima. Il presidente Toti è stato accolto con sputi sulla macchina e lancio di sassolini, ma la colpa è dei consiglieri che hanno "avvelenato i pozzi"".

"Non sono interessato all'identificazione di queste persone, non è sicuramente bello ma bisogna capire, in queste situazioni, chi sono i cattivi maestri - continua -. Non è giusto prendere le persone per i fondelli, perché poi la colpa ricade su chi manifesta. Ma io non condanno loro ma i mandanti".

Intorno alle 15.10 è arrivato in Provincia anche  il presidente Toti a bordo di un minivan: nessun contatto con la folla assiepata all'esterno.  

Una volta all'interno il confronto è iniziato con il presidente di Regione, introdotto dal presidente della provincia di Savona Pierangelo Olivieri: Toti ha spiegato la genesi del progetto del rigassificatore, nato sotto il governo di Mario Draghi: il presidente e commissario ha rassicurato i sindaci sulla trasparenza di tutta l'operazione che dovrà passare attraverso tutti i filtri previsti dalle leggi dello Stato. Toti ha anche ricordato che nell'area in cui sarà ormeggiata, secondo i piani, la Golar Tundra ci sono già altre navi che portano sostanze ben più inquinanti. Il governatore ha poi ricordato che la Liguria è la regione con il primato di bandiere blu: "Se le navi fossero così inquinanti - ha dichiarato Toti - il nostro mare non sarebbe così bello e così attrattivo, prova ne è il nostro turismo che è sempre in crescita". 

Toti ha poi spiegato che il tracciato sarà definito per evitare problemi alle colture e alle aziende esistenti: il presidente ha inoltre confermato che sul territorio arriveranno molti milioni di Euro, tra questi una parte cospicua sarà investita in accordo con le amministrazioni locali. 

"La richiesta di mettere qui il rigassificatore non è mia e neppure della mia giunta - conclude Toti - ma è una decisone del Governo. Condivido questa scelta, non mi sottraggo perché non si può essere il primo hub portuale del paese e non accettare le difficoltà di portare avanti la crescita industriale dell'Italia in un momento  così delicato dell’economia del Paese. Inoltre la Liguria sta crescendo più di quanto cresca il Paese, ha un'economia che fornisce servizi di ogni tipo. Un'altra eventuale crisi economica ci metterebbe in ginocchio, le aziende chiuderebbero e ci sarebbero perdite di posti di lavoro".

Tra i sindaci in sala il più accalorato è il primo cittadino di Savona, Marco Russo: "Non venite a dire che siamo obbligati a prenderlo noi a tutti i costi, vi prego. Le motivazioni che porta non hanno conferme. Parliamone ma non diamolo come fatto acquisito, e poi non è un progetto emergenziale immediato perché entrerà in funzione tra tre anni almeno. La nostra terra ha bisogno di tranquillità - dice il Sindaco di Savona - la nostra gente non ci sta. Noi qui investiamo milioni sulla riqualificazione della città, questa non è una nave in rada ma un impianto industriale a due chilometri dalle nostre coste. Lo sviluppo turistico si basa anche molto sull'immagine, chi viene a investire a villa Zanelli davanti a un impianto industriale? La vedo difficile. Abbiamo paura che questo progetto faccia impazzire la maionese. Presidente le chiedo la massima attenzione per il nostro territorio che è compatto a sfavore di questo progetto”.