A pochi giorni dall'election day dell'8 e 9 giugno, ecco palesarsi i nomi dei cosiddetti "impresentabili", ovvero dei candidati, sette, che violano il Codice di autoregolamentazione stilato dalla commissione parlamentare Antimafia. Si tratta di una segnalazione, un alert nei confronti del singolo ma ancora di più dei partiti, che vengono così a conoscenza della "condizione giuridica" dei candidati all'europarlamento. Non si tratta però di un vincolo per il gruppo di appartenenza, né prevede sanzioni in caso di mancata applicazione. Nelle scorse ore la presidente della commissione Antimafia Chiara Colosimo, in quota Fratelli d'Italia, ha spiegato che in questo primo anno "si è riusciti a invertire la tendenza, che è quella di non dare il nome degli impresentabili il giorno prima del voto o a ridosso".
I nominativi scrutinati sono stati 817 in tutti, di questi sono sette coloro che sono valutati come non presentabili. Nell'elenco compare anche il nome di Luigi 'Gigi' Grillo, candidato nelle liste di Forza Italia-Noi Moderati (circoscrizione Nord-Ovest). Grillo, classe 1943, è stato deputato alla Camera con la tessera della Democrazia Cristiana dal 1987 al 1994, senatore della Repubblica per Forza Italia e Il Popolo della Libertà dal 1994 al 2013, ricoprendo diversi incarichi parlamentari. Dall'esperienza nazionale a quella locale, prima come consigliere comunale alla Spezia, poi come consigliere regionale in Liguria, e assessore della giunta. Nella sua carriera politica ha vestito i panni del sottosegretario di Stato al ministero del Bilancio e alla Presidenza del consiglio dei ministri.
All'ex senatore forzista vengono contestate alcune sentenze della pena patteggiata nel 2014, con condanna a 2 anni e 8 mesi di reclusione, e pena accessoria con la richiesta di non contrattare con la pubblica amministrazione per cinque anni. Grillo respinge al mittente la "bocciatura" e per farlo affida il suo pensiero a una lettera, nella quale ripercorre il suo excursus politico, e giudiziario. "Dove ci sono assunzioni di responsabilità, in questo Paese ci sono anche inchieste della magistratura - attacca il candidato al Parlamento europeo -. La lunga carriera trascorsa, è stata segnata da un trattamento giudiziario tutto particolare che, con la sua carica di sofferenze economiche, familiari e personali (in ultimo il carcere) mi ha spinto a scegliere definitivamente di iniziare una nuova vita". Nel suo racconto, Gigi Grillo, racconta le tappe della sua vita, contrassegnate parallelamente da un percorso giudiziario.
DI SEGUITO ALCUNI PASSAGGI DEL TESTO VEICOLATO DAL CANDIDATO DI FORZA ITALIA-NOI MODERATI LUIGI GRILLO
"La prima a muoversi è stata la procura di Genova agli inizi degli anni 90, con un’accusa prima di finanziamento illecito e poi di abuso d’ufficio. In entrambi i casi Grillo venne assolto in primo grado e i procuratori decisero di non presentare neanche appello. Poi è toccato alla procura di Milano. Nel 1995 i magistrati indagano il senatore per truffa aggravata ai danni dello stato per aver proposto e inserito nella finanziaria di due anni prima un emendamento che stanziava 120 miliardi di lire a favore delle Ferrovie dello Stato per l’esecuzione dei fori piloti propedeutici alla realizzazione della Galleria di Valico per la linea ferroviaria veloce Genova-Milano. In sette anni i magistrati non riescono neanche a istruire il processo di primo grado, e così nel 2002 interviene la prescrizione che manda assolte tutte le 35 persone indagate. Tre anni dopo la procura di Milano coinvolge Grillo nell’inchiesta per la scalata della Banca Antonveneta. Il senatore viene accusato di concorso morale in aggiotaggio, anche in questo caso tutto finisce nel nulla: condannato in primo grado, nel 2011, Grillo viene assolto con formula piena “perché il fatto non sussiste” dalla corte d’appello di Milano. Nel 2014 le cose cambiano. I procuratori milanesi lo accusano di nuovo, stavolta di associazione per delinquere, corruzione e turbativa d’asta in relazione a vari appalti pubblici, tra cui alcuni legati all’Expo, con altre sei persone. Secondo gli inquirenti, Grillo avrebbe svolto un ruolo di “raccordo” tra il mondo imprenditoriale e quello politico, assicurando ai pubblici ufficiali coinvolti nelle procedure di appalto avanzamenti di carriera. Ruolo smentito dai diretti interessati, che in carcere negano qualsiasi protezione da parte del senatore. A 72 anni Gigi Grillo finisce nel carcere di Opera, dove vi rimarrà per quasi tre mesi in stato di isolamento. Seguiranno altri quattro mesi di arresti domiciliari. Dopo questo calvario e dopo aver denunciato le forzature attuate dai magistrati, su suggerimento dei suoi avvocati Grillo decide di patteggiare, solo “come scelta processuale per chiudere la vicenda” e non per ammettere una responsabilità penale.
Nel frattempo la vita di Gigi Grillo ha subìto un cambiamento radicale: abbandonata per anni la politica, oggi l'ex senatore è proprietario di un noto agriturismo a Monterosso, nel cuore delle Cinque Terre, a contatto diretto, ogni giorno, con i tanti turisti internazionali che transitano nella culla della Liguria. Ma tra un cliente e l'altro si è riaccesa quella fiammella che non lo aveva mai abbandonato e così, in vista delle Europee 2024, Grillo ha deciso di tornare in campo, indossando la casacca azzurra. "Sono consapevole che alla malafede non c’è mai fine e quindi anche tutto questo non sarà sufficiente a far cambiare idea a qualcuno, ma è importante per me ribadirti che la mia coscienza è pulita - è l'ultimo messaggio dell'ex senatore -. Ora mi chiedo: che futuro ha un Paese in cui una persona onesta deve sopportare tutto questo solo perché decide di mettersi (nuovamente) al servizio della collettività?". Una domanda a cui risponderanno, salvo colpi di scena all'interno di Forza Italia, gli elettori che si recheranno alle urne l'8 e il 9 giugno prossimi.
IL COMMENTO
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