Politica

Scontro tra maggioranza e opposizione, che per protestare contro il provvedimento, ha organizzato una manifestazione in piazza Santi Apostoli
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Dopo una lunga maratona notturna, non quella di Mentana, la Camera ha approvato la legge sull'autonomia differenziata. È arrivato così il secondo e definitivo sì di Montecitorio. Il provvedimento è stato licenziato con 172 sì e 99 voti contrari, oltre a un astenuto. Il provvedimento è legge. Le Regioni acquisiranno più potere e maggiore autonomia: la proposta prevede di trasferire competenze dallo Stato centrale alle Regioni in ambito chiave come per esempio l'istruzione, l'ambiente, la cultura, i trasporti, l'energia e il commercio estero. Un ruolo essenziale sarà rappresentato dai livelli essenziali di prestazioni (LEP) che dovranno essere garantiti in modo uniforme a tutti i cittadini, indipendentemente dalla Regione di residenza. Tra le prime ad annunciarlo la deputato di Noi Moderati Ilaria Cavo. "Ore 7.40. Approvata alla Camera l'autonomia differenziata. Più potere alle regioni nel rispetto delle differenze e dell'unità del paese". Di parere contrario tutta l'opposizione, che ha criticato aspramente la proposta e per farlo si è data appuntamento ieri pomeriggio in piazza Santi Apostoli a Roma. Presenti Partito Democratico, Mov5s, Avs e +Europa. Il gruppo pentastellato in aula, dopo l'approvazione dell'autonomia differenziata, ha intonato l'inno di Mameli sventolando i tricolori che molti parlamentari pentastellati avevano al collo. Esultato per il risultato ottenuto anche i vertici liguri della Lega, che da sempre ha portato avanti il suo cavallo di battaglia.

A commentarlo il presidente ad interim di Regione Liguria Alessandro Piana. "Una lunga maratona notturna ha siglato il sì al disegno di legge sull'Autonomia differenziata: una vittoria destinata a restare nella storia che era sotto i riflettori dal referendum del 2017 - si legge nella nota della Lega -. Tra l'altro la Liguria è tra le prime regioni ad aver fatto la richiesta di adesione, con voto positivo unanime. In queste ore la Lega e il centrodestra con 172 sì hanno pertanto raggiunto un grande risultato, dimostrando ancora una volta la propria fedeltà ai programmi e agli impegni assunti con i cittadini. Una riforma che ci dà voce, permetterà alle Regioni di essere più vicine ai cittadini con la massima trasparenza e darà maggiori competenze agli amministratori locali portando ad un efficientamento organizzativo, a costi standard e a un sistema di garanzie che favorirà l'uguaglianza senza lasciare indietro nessuno". Alle parole di Alessandro Piana fanno eco quelle della Lega ligure, che definisce questa battaglia "storica".

"Oggi festeggiamo una vittoria storica per la Lega ma soprattutto per tutta l’Italia. Dopo tanti anni di impegno e di battaglie, finalmente la riforma sull'Autonomia differenziata è stata approvata dal Parlamento. Un tema che è sempre rimasto centrale nella nostra agenda politica. Si tratta dell’attuazione con legge ordinaria della Riforma della Costituzione introdotta nel 2001 e confermata con referendum - si legge -. Le regioni potranno gestire meglio le proprie risorse e adattare le loro politiche alle specifiche esigenze locali, tenendo conto delle peculiarità del proprio territorio. L'autonomia aumenterà l’efficienza della pubblica amministrazione e la renderà più responsabile verso i cittadini. Grazie al federalismo fiscale si garantirà poi una gestione più equa e adeguata delle risorse economiche. La Lega è da sempre accanto alla gente e crede che le decisioni dovrebbero essere prese il più vicino possibile ai cittadini e alle necessità dei diversi territori. Anche la regione Liguria ha recentemente confermato l'intenzione di procedere nel percorso già avviato nel 2019 sulla scia delle regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, per ottenere forme di maggiore autonomia. Il nostro gruppo della Lega in Regione esprime grande soddisfazione per l’importante traguardo raggiunto".

Molto duro il Partito Democratico, attraverso le parole della segretaria Elly Schlein. "Sancite che esistono cittadine e cittadini di serie A e di serie B a seconda della Regione in cui nascono - le parole di Elly Schlein -. Non si è mai vista una sedicente patriota spaccare in due il paese con questa autonomia differenziata fatta senza un euro". La deputata dem ha puntato il dito contro FdI definendo il partito della premier Giorgia Meloni 'Brandelli d'Italia o Fratelli di mezza Italia'. "Oggi si consuma il secondo atto di un vergognoso scambio fatto sulla pelle delle italiane e degli italiani. Ci avete tenuti qui tutta la notte, con quale urgenza? Lo abbiamo capito: quella di ottenere lo scalpo del sud" e per "un cinico baratto con la Lega. avete colpito la coesione del nostro paese", ha aggiunto Schlein. 

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