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"Purtroppo, ormai è chiaro, quella era una tragedia che si poteva e si doveva evitare: per questo fare memoria significa anche individuare le responsabilità, e quindi fare giustizia" ha detto il presidente ad interim di Regione Liguria
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GENOVA - "Noi oggi siamo qui innanzitutto per non dimenticare, per rendere attuale, ancora una volta, anno dopo anno, il ricordo di quelle 43 persone tragicamente decedute nel crollo, per rendere loro omaggio. E non dimenticare, prima di ogni altra cosa, significa impegnarsi perché eventi come questo non accadano mai più". Lo ha detto il governatore ad interim di Regione Liguria Alessandro Piana nel suo intervento durante la commemorazione delle vittime del crollo di Ponte Morandi.

"Purtroppo, ormai è chiaro, quella era una tragedia che si poteva e si doveva evitare: per questo fare memoria significa anche individuare le responsabilità, e quindi fare giustizia, come sta avvenendo in questi mesi nel processo che, ne siamo certi, accerterà quali siano state colpe, silenzi, omissioni. Un dovere non solo nei confronti dei 43 morti del crollo ma anche e soprattutto per le loro famiglie e di tutti noi: solo così davvero il ricordo delle vittime potrà essere realmente e concretamente un monito per il futuro".

Genova "quel giorno era incredula, e con lei tutto il Paese - ha detto ancora Piana -. Ma da subito ha trovato, come sempre accaduto nei momenti più complessi della sua storia, la capacità di reagire, convogliata in un impegno che ha coinvolto tutti: cittadini, istituzioni, imprese e un artista come l'architetto Renzo Piano, capace di immaginare un nuovo ponte per la sua città, sfavillante e limpido come una nave, queste le sue parole. Oggi siamo qui, in un giorno doloroso di raccoglimento, anche per stringerci intorno al quartiere di Certosa, il luogo che è stato colpito in maniera più diretta e violenta da quella tragedia: questo è un luogo che non si è arreso, che ha saputo ripartire, come l'intera città di Genova ha dato prova, mostrando al mondo la sua resilienza e la sua determinazione, di sapersi rialzare, proiettandosi nel futuro. Un futuro che sembrava impossibile, illusorio, ma che grazie allo straordinario lavoro di ricostruzione portato a compimento a tempo di record è tornato a esistere, a essere una prospettiva concreta.

"Tutto questo si respira qui - ha concluso Piana -, si coglie nei lavori del Memoriale come "luogo di memoria generativa", nel primo nucleo del progetto del Parco Val Polcevera con la formazione per lotti dell'iconico Cerchio Rosso firmato dall'architetto Boeri e dai professionisti che vinsero la gara del Comune. Una trasformazione globale che ripensa in modo radicale i luoghi teatro della tragedia, facendoli diventare, ancora una volta, non solo simbolo di rinascita per la città di Genova, ma anche, è bene non dimenticarlo mai, di ricordo di quelle 43 vite spezzate".