GENOVA - È una Raffaella Paita con qualche sassolino in meno nelle scarpe quella che commenta a Primocanale l'esito del voto ligure, che ha visto staccare a Marco Bucci il pass per piazza De Ferrari. Le Regionali che si sono concluse da pochi giorni hanno lasciato degli strascichi, soprattutto nell'umore di Andrea Orlando, tradito dai voti mancanti del Mov5s, che in questa tornate elettorale si è fermato sotto il 5%. Il diktat di Giuseppe Conte a Italia Viva aveva irritato l'ex ministro che aveva predicato in più occasioni unità, richiamando un campo sempre più largo. Alla fine, così non è stato, e il partito di Matteo Renzi non ha corso questa partita, lasciando libertà di scelta. A poche ore dalla sconfitta, è stato lo stesso Orlando a definire "cavia" la Liguria, vittima dei problemi nazionali nell'opposizione. Che questo sia servito da lezione? Difficile dirlo, soprattutto adesso. Ma la coordinatrice nazionale di Italia Viva Raffaella Paita fotografa così l'esito al fotofinish tra Bucci e Orlando.
"Innanzitutto mi lasci dire questo: buon lavoro al nuovo presidente Bucci e onore delle armi al candidato sconfitto Orlando, due persone capaci. Perché istituzionalmente è giusto avere un approccio di serietà in queste vicende. È successa una cosa molto semplice, ovvero che il centrosinistra per essere competitivo in Regione Liguria, ma anche nel paese, ha bisogno di dare visibilità, forza a quella componente moderata di centro che è rappresentata anche da Italia Viva e invece qui è avvenuto esattamente l'opposto, noi abbiamo dato una disponibilità a lavorare assieme, avevo addirittura già fatto un'intervista nella quale dichiaravo la disponibilità della mia forza politica - spiega a Primocanale la senatrice di Iv Raffaella Paita -. Perché l'ho fatto? L'ho fatto perché a livello nazionale noi abbiamo scelto di fare un percorso, che è quello indicato dalla stessa Schlein: senza veti proviamo a costruire un'alternativa al governo Meloni e quindi inevitabilmente anche la prima regione nella quale si sarebbe votato era importante che fosse all'interno di questo percorso, a fronte di questa disponibilità abbiamo ricevuto non solo delle richieste ai limiti dell'assurdo, cioè depennare dalle nostre liste persone per bene, sindaci, amministratori, presidenti dell'Arci, persone di fede di sinistra in questo caso, ma abbiamo poi all'ultimo anche avuto la richiesta di non presentare proprio la lista, in questo caso abbiamo fatto presente che un conto è dare la disponibilità a costruire un percorso assieme, un altro è farlo senza che venga riconosciuta la dignità, l'autorevolezza di una forza, la condivisione di programmi e poi devo dire la verità che nel corso di questa campagna elettorale si è anche un po' capito come mai non ci volevano perché il programma sulle infrastrutture era parecchio labile".
Senatrice, bisogna però sottolineare che nel prossimo consiglio regionale entreranno consiglieri "moderati", altri di corrente schleiniana ma "governisti", insomma mi viene da dire: persone comunque mediamente vicine a voi.
"Io penso a Romeo, a Sanna, a persone che stimo, ci mancherebbe altro. Ma è tutto conseguenziale, cioè la risposta che è arrivata dal territorio è che un'offerta politica troppo sbilanciata sulla sinistra massimalista è avvertita come un pericolo in una realtà in cui c'è bisogno di crescita, di sviluppo, di grande attenzione ai temi portuali, al lavoro, alle riforme, alle infrastrutture, una regione nella quale tu non puoi percorrere l'autostrada perché c'è un blocco autostradale ovunque. In una regione così tutto puoi fare tranne che far comandare nella coalizione la componente che non le vuole queste cose e non puoi depennare invece la componente che avrebbe garantito anche in questi mondi un profilo riformista apprezzabile in grado di attrarre anche il voto moderato".
Ad Andrea Orlando sono mancati i voti degli elettori del Movimento 5 Stelle, questo lo dicono i numeri, soprattutto con un'affluenza sotto il 50%. Voi cosa avreste potuto dare in più?
"È andata così, il Mov5s ha dimostrato di non avere classe dirigente in questo territorio, anzi di averne di dannosa, ha fatto una campagna elettorale veramente molto poco incisiva, sempre contro qualcuno anziché a favore di qualche cosa e questo non è apprezzato dai liguri. Però devo dirle che l'altra sorpresa in negativo di questa campagna elettorale è stato il fatto di aver attribuito la funzione di rappresentare il centro a Calenda, Calenda che prima era per Bucci e poi il giorno dopo era contro Bucci, Calenda che ha praticamente delegato la funzione del suo partito a due esponenti storici del Partito Democratico (Paita si riferisce a Cristina Lodi e Pippo Rossetti ndr), che magari per essere candidati un'altra volta avevano bisogno di un veicolo diverso rispetto al Pd".
Paita però mi chiedo, come si fa a spiegare agli elettori che sono forse un po' stufi di tutto questo, che la politica è compromesso, perché un partito da solo non governa sicuramente, almeno non con questa legge elettorale. Qual è il messaggio che deve essere veicolato dopo l'esperienza Ligure, considerando il voto in Emilia Romagna e in Umbria?
"Allora, innanzitutto recentemente noi abbiamo fatto una campagna per le Europee, abbiamo raccolto quasi il 4% anche in Liguria e io e Renzi da soli abbiamo fatto 10.000 preferenze, Bucci ha vinto di 8 mila voti, quindi voglio dire basta fare due conti per rendere in maniera significativa il peso dei numeri. Lei ha ragione perché sicuramente il tema di un progetto complessivo è un tema che rimane sospeso. In Umbria siamo stati nascosti perché anche in quel caso il veto di Conte un pochino di efficacia l'ha avuta, in Emilia Romagna no perché il candidato De Pascale ha voluto il coinvolgimento a pieno titolo di Italia Viva che d'altro canto faceva parte anche dell'amministrazione uscente".
Da dove deve partire Marco Bucci, considerando che il ruolo di presidente della Regione è certamente più politico rispetto a quello da sindaco?
"Mi faccia dire come prima cosa che io sono convinta che in questo territorio, se non ci fosse stata la vittoria di Marco Bucci, sarebbe stato assolutamente capace Orlando. Mi auguro che Bucci faccia cose positive nell'interesse di Regione Liguria ma soprattutto che migliori quello che è necessario migliorare sul tema della sanità. Noi ripeto abbiamo dato libertà di voto per cui non siamo assolutamente coinvolti in queste vicende, però quello che posso augurarmi da cittadina, da persona che vuole bene al proprio territorio, è che come dire proseguano dei buoni progetti sul piano dell'innovazione, della crescita del lavoro, delle infrastrutture ma soprattutto che tutta la classe dirigente di maggioranza e di opposizione sia concentrata nel tentativo di provare a dare un'offerta migliore alla sanità perché è il vero problema di questo territorio".
Senatrice, c'è un altro appuntamento importante in Liguria, in realtà a Genova, dove a maggio dell'anno prossimo si voterà per le Comunali. Il Pd è quasi al 30%, la cartina si è ricolorata di rosso, il centrosinistra ha ripreso nei quartieri che erano considerati roccaforte e che aveva perso con l'avvento di Bucci. Le chiedo, Italia Viva come si porrà di fronte a questa partita?
"Allora naturalmente vedremo la discussione come si articolerà, ma lo dico subito, a scanso di equivoci: Italia Viva non accetterà di essere trattata come una forza politica residuale, Italia Viva non accetterà di non far parte dei confronti programmatici, Italia Viva chiede rispetto nei confronti di chiunque. Mi auguro che dopo quello che è accaduto ci sia l'intelligenza di una tessitura capace, diciamo così, di aprire un confronto serio negli interessi della città, vedremo. A oggi sinceramente non faccio previsioni anche perché sarebbe prematuro, quello che però chiarisco in premessa è che nulla di quel metodo, nulla di quel metodo può vederci interessati".
Cosa sta succedendo a livello nazionale invece? Qual è la situazione a Roma in questo campo pseudo largo?
"Noi stiamo costruendo con pazienza a livello nazionale un percorso che sia in grado di lanciare un'alternativa al governo del paese. La Liguria ha dimostrato che quel percorso se lo vuoi fare devi farlo non escludendo nessuno e cercando di essere un punto di incontro. Non so come andrà perché anche quello, come dire, è ancora tutto in itinere però noi ci stiamo mettendo serietà e rispetto nei confronti di tutti. E come dimostra questa vicenda, forse è meglio che il rispetto sia davvero la cifra che connota qualsiasi discussione, per cui ne riparleremo del Comune. Al momento posso solo dire che nulla di quello che è avvenuto, anche in termini di metodo, sarà riproponibile, perché in questo caso, noi diciamo no, la nostra presenza e il nostro impegno non ci sarebbero".
IL COMMENTO
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