Il 2024 è stato un anno che rimarrà negli annali liguri per i suoi colpi di scena tra maxi inchieste, arresti, dimissioni, nuove elezioni, tutto condito da botta e risposta al vetriolo tra maggioranza e opposizione. Dalla fine dell'era Toti, dopo i domiciliari del 7 maggio scorso, alla risalita di un centrodestra che sembrava alle corde e che con Marco Bucci si è giocato la partita della vita, grazie all'intuizione della premier Giorgia Meloni, alle Regionali del 27 e 28 ottobre scorsi. Un anno nel quale non ci si è annoiati, in cui si è raccontato pedissequamente cosa ha animato la politica ligure e genovese, traguardando quello che sarà un 2025 all'insegna di un'altra tornata elettorale.
Che cos'è accaduto dopo l'elezione di Bucci
Una data da cerchiare di rosso è quella del 28 ottobre, quando il sindaco di Genova Marco Bucci ha battuto al fotofinish Andrea Orlando, in una battaglia senza esclusione di colpo, soprattutto tra i due competitor. Nei day after della sbornia elettorale, Bucci e la sua squadra hanno messo in piedi la nuova giunta, per metà già al lavoro in quella di Giovanni Toti. Il mese di dicembre è stato poi caratterizzato dal bilancio previsionale per il 2025 con al centro il buco della sanità, che il presidente Marci Bucci ha definito "buchino", così in Regione Liguria si è consumato il duro attacco dell'opposizione alla neo giunta. Al rientro dalle festività, in consiglio regionale, la discussione si sposterà sul rigassificatore: è atteso infatti un confronto acceso, che dovrebbe portare a un unico documento, sul "no" unanime al rigassificatore nelle acque di Vado Ligure. L'appuntamento è per martedì 7 gennaio 2025. Nell'ultimo atto del 2024 maggioranza e opposizione non avevano trovato l'accordo, nonostante entrambi avessero presentato un ordine del giorno, dai contenuti differenti (l'accusa della minoranza ndr). Non solo rigassificatore all'appello di inizio anno, al centro dello scambio di vedute ci sarà sempre il buco o "buchino" della sanità, con il fiato sul collo del centrosinistra e la promessa di azzerare debito e liste d'attesa da parte del centrodestra.
Genova alla ricerca del futuro sindaco
Dalla Regione al Comune: il 2025 sarà all'insegna delle elezioni amministrative. Dopo il passaggio di Bucci da via Garibaldi a piazza De Ferrari Genova è pronta a tornare al voto, che dovrebbe concretizzarsi nella prima finestra utile, quella tra maggio e giugno. A palazzo Tursi la ripartenza dei lavori in aula rossa è fissata per giovedì 9 gennaio, ma sotto la lente di ingrandimento ci saranno le Comunali. Il capoluogo ligure andrebbe al voto in solitaria, rispetto alle grandi città chiamate alle urne. E senza esclusione di colpi sarà battaglia a Genova, tra candidati cercasi e candidati in pectore. Il centrodestra ha blindato, per il momento, il vicesindaco reggente Pietro Piciocchi, ma per la sua candidatura ufficiale, ci vuole ancora tempo. E le cose potrebbero anche cambiare. Sul fronte del centrosinistra invece, il Partito Democratico avrà l'onere e l'onore di indicare la strada, di indicare un candidato, con il rischio che la coalizione (su cui puntano perché sia il più allargata possibile ndr) non dia il proprio benestare. A quel punto, lo stravolgimento, anche delle alleanze, sarebbe tutto da vivere e raccontare. Perché di certo, al momento, pare non esserci nulla. Solo che Genova avrà bisogno di un nuovo primo cittadino. Insomma, il cielo sopra Genova è ancora molto nebuloso, con più lampi che schiarite.
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IL COMMENTO
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