Politica

Il dibattito durante "Il Programma elettorale di Primocanale". Secondo le statistiche Istat, Genova ha perso 6 mila residenti nell'ultimo anno, ma a Palazzo Tursi si parla di un incremento di abitanti grazie alla misurazione sperimentale con celle telefoniche
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di Silvia Isola

GENOVA - Quanti abitanti ha la città di Genova? Il tema del calo demografico - vero o relativo che sia - non poteva mancare nella campagna elettorale verso le comunali di giugno. Da una parte ci sono i dati Istat, da cui emerge che al primo gennaio 2022 sono 560.688 i residenti, dopo averne persi quasi 6 mila nel corso dell’ultimo anno. Ai primi di gennaio 2021, infatti, erano 566.410, con un calo complessivo di -1,01%. E dai sindacati era arrivato l'allarme, leggendo le statistiche dal 2017 ad oggi in cui il Comune di Genova "ha perso qualcosa come 22.913 abitanti (-3,93%) in pratica l'equivalente della popolazione di Arenzano e Recco messe insieme". A influire sul calo demografico, problema comune al resto della penisola italiana, il record negativo di nascite e la mortalità in crescita con il dilagare della pandemia. Ma per il Comune di Genova i dati Istat sono parziali e Palazzo Tursi aveva ribattuto per mezzo di una nota stampa che dal 2019 è attiva una sperimentazione per "misurare" la città attraverso le celle telefoniche: "a fronte di 564.981 residenti abbiamo invece 646.788 abitanti abituali", vantando un aumento di oltre 81 mila persone rispetto al 2019, nonostante la pandemia.

Genova perde circa 6000 abitanti in un anno: è più dell'1% della popolazione - IL REPORT DI ISTAT

Quante sono quindi le persone che vivono a Genova? Per l'opposizione "lo decide Marco Bucci: siamo l'unica città italiana in cui dati Istat sono relativi", attacca Cristina Lodi, consigliere comunale del Pd a Genova, durante il dibattito nella trasmissione "Il programma elettorale di Primocanale", in onda tutti i lunedì sera alle 21 (GUARDA TUTTE LE PUNTATE)

"E' chiaro che il dato è relativo ma relativo a cosa? Ad un sistema di rilevazione uniforme in tutta la nazione. Poi se Genova vuole fare la strana..."

"Le celle telefoniche ci dimostrano quante siano le persone presenti quotidianamente in città, che magari non sono residenti perché dormono a Genova ma sono di fatto abitanti perché comunque il territorio lo vivono dalle 8 del mattino fino alle 7 di sera e quindi è come se fossero residenti", a difendere questo sistema di misurazione sperimentale è Laura Gaggero, assessore comunale con delega al turismo. "Il mercato del lavoro è in evoluzione, oggi con lo smart working si può lavorare a Milano e lavorare con vista mare qui a Genova".

"E se uno ha tre telefoni viene conteggiato per tre abitanti?", lecita la richiesta di chiarimenti che arriva dalla controparte sulla misurazione delle celle telefoniche. Ma Gaggero ribatte che "ci sono degli algoritmi che regolano e controllano accuratamente questi aspetti. Ma anche il Movimento 5 Stelle è perplesso e la consigliera comunale Maria Tini punta il dito sul dato degli elettori:

"Nel 2017 erano 491 mila, a gennaio 2022 risultano essere 482 mila, quindi c'è stata una flessione negli ultimi cinque anni di 9 mila persone"

Vero che questo dato tiene conto della popolazione over 18, ma Lodi fa eco portando d'esempio i numeri di nuovi nati e decessi: "Guardando al 2019, nel pre pandemia, c'erano 3366 nati e 7996 deceduti è evidente che c'è precipitare di una fiducia in questa città". Secondo il sondaggio realizzato da Primocanale e Tecné, i giovani per il 52% hanno delle possibilità restando a Genova, mentre il 43% pensa che facciano bene ad andarsene. Due visioni completamente differenti, ma non per forza inconciliabili. Per la maggioranza, infatti, è giusto che i giovani vadano a fare esperienze di studio e lavoro fuori regione o all'estero, ma bisogna poi farli tornare a vivere qui. Al tempo stesso, si vuole attirare studenti fuori sede a Genova e in parte è già così, tanto che dal loro punto di vista gli abitanti sono aumentati negli ultimi anni. Lilli Lauro, consigliere regionale Liguria e comunale Genova per Cambiamo, porta un esempio lampante in Centro Storico: "Per l'immondizia, nei vicoli di Genova sono state create delle camerette igienizzate con tutti i bidoni, dove i residenti entrano con un badge e buttano la spazzatura"

"Logicamente tutta la spazzatura che c'è fuori è di chi non è residente e non ha il badge, ma abita qui: basta parlare con il personale dell'Amiu per capire la portata del problema"

Si può prendere a corredo la fotografia di Istat della Liguria, attraverso i cartogrammi del Censimento permanente della popolazione in Liguria, che integra quel dato di -6 mila abitanti in un anno: il fatto che la regione sia anziana, è comprovato dall'età media di 49 anni, rispetto ai 45 anni della media nazionale, ma la più anziana è Savona, seguita a ruota da Genova, mentre Imperia e La Spezia sono più giovani. Tra il 2019 e il 2020 tutte le province liguri hanno registrato un calo demografico, ma a Genova (-0,3%) è stata più contenuta che a Savona (-0,8%) e alla Spezia (-0,7%). In Liguria, le famiglie unipersonali rappresentano il 44,5% del totale, contro una media nazionale del 35,1%; quelle composte da due persone il 27,9%. Le famiglie più numerose rappresentano nel complesso poco più di un quarto del totale. Rispetto al 2019 diminuisce la popolazione con un basso livello di istruzione, quelli senza un titolo di studio passano dal 3,0% al 2,9%, le licenze elementari dal 15,2% al 14,6% e quelle di scuola media dal 28,5% al 28,2%. Aumentano i diplomati, che sono passati dal 37,9% al 38,4%. C'è poi un dato molto alto di persone che quotidianamente si spostano per motivi lavorativi che coinvolge l'immediato entroterra genovese e tutta la costa, ma il dato è alto anche per la stessa Genova e oscilla tra il 50% e il 57%.

E se non è facile interpretare tutti questi numeri e statistiche, lo sguardo deve andare in primis sui giovani, gli abitanti del domani, sugli studenti che scelgono Unige invece che altri atenei, sui fiocchi rosa e azzurri che indicano quanti siano i nuovi nati, sul mercato del lavoro e le nuove assunzioni. La lettura di grafici e tabelle non basta per dirci se Genova sia una città attrattiva o meno: a fare la differenza sono le politiche per far vivere qui bene i ‘suoi’ cittadini per i prossimi anni a venire ed è questo che deve essere messo al centro della campagna elettorale.

(Foto da Instagram @simon__esse)

 

 

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