Porto e trasporti

Ma la Nuovo Borgo Terminal, che occupa le aree, chiede soluzioni alternative. Come le aree ex Ilva inutilizzate
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di Elisabetta Biancalani

GENOVA - 12.500 metri quadrati, 500 metri lineari: siamo nel porto di Prà a Genova, accanto al sesto modulo del terminal Psa, affacciati sul mare. In questa area in concessione alla Nuovo Borgo Terminal fino al dicembre del 2023, dovrebbe nascere il cantiere terrestre per la costruzione di parte dei 100 cassoni che andranno a comporre la nuova diga foranea di Genova. Oggi ci sono i container dell'azienda che, su una superficie totale di circa 40mila metri quadrati, si occupa di deposito, stoccaggio e trasporto dei container vuoti. Con 50 dipendenti. 

 "Noi premetto che siamo assolutamente favorevoli alla nuova diga, perchè siamo operatori portuali - spiega Salvatore Prato, presidente e ad di Nuovo Borgo Terminal - Ma due mesi fa ci è arrivata una lettera dell'Autorità portuale che ci comunicava che questi 12.500 metri quadri serviranno peri il cantiere della nuova diga. Noi in quella fetta di concessione abbiamo investito un milione e mezzo per attrezzare l'area prima occupata da una scogliera: abbiamo predisposto i piazzali dove oggi operiamo e peraltro abbiamo finito i lavori appena un anno fa. Chiediamo che si trovi un'area alternativa, visto che qui diamo lavoro, ad esempio le aree inutilizzate dell'ex Ilva di Cornigliano". 

 C'è anche un progetto di ampliamento ulteriore, altri 12.500 metri quadrati operativi, con anche la realizzazione di un parco urbano, dune di protezione come quelle del canale di calma di Prà, spazi da dare alle associazioni della zona e un nuovo ponte per collegare con la città: "Un progetto condiviso con il munucipio e la cittadinanza" spiega l'ingegner Silvio Barbieri, che ha disegnato il piano. 

 

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