GENOVA - Procede la strada, irta di ostacoli, per la realizzazione del tunnel subportuale di Genova. Primocanale, con una lunga inchiesta (GUARDA QUI) ha evidenziato le interferenze innumerevoli con le opere portuali in corso, dal nuovo nodo di San Benigno, al varco Etiopia in quota, alle nuove opere viarie e ferroviarie dentro lo scalo, fino ai lavori della nuova diga foranea (LEGGI QUI). Interferenze pesanti, che la stessa Regione ha messo in evidenza nell dossier di scoping realizzato sul progetto preliminare presentato questa estate da Autostrade, il proponente.
Abbiamo chiesto al presidente del porto di Genova Paolo Emilio Signorini, come si potranno eliminare queste interferenze: "Per quanto riguarda il tunnel dobbiamo partire dall’origine, chiederci perché il tunnel? È la stessa vicenda del ponte Morandi: noi abbiamo la sopraelevata che è anche un’opera a cui molti genovesi sono affezionati ma ha un problema di impatto. Ha ragione il sindaco Marco Bucci a pensare intanto ad avere una nuova arteria, visto che la sopraelevata è l'unico collegamento da est a ovest, eccetto l'autostrada. Il tunnel consentirà di fare lavori di manutenzione sulla sopraelevata, che magari verrà anche rivista e in parte demolita, però è un’esigenza che io capisco perfettamente. Le interferenze con il porto sono state diminuite nell’area delle riparazioni di levante perché il tunnel in una prima versione, come ricorderete, sfioccava addirittura in ambito portuale, ora invece riemergerà in Viale Brigate Partigiane, quindi da quel punto di vista abbiamo meno impatto ma ne abbiamo comunque, di interferenze, alcune con le riparazioni rivali, ma ne abbiamo di significative a San Benigno. Direi che in queste settimane Aspi e le imprese che stanno realizzando le opere del porto sono vicini a trovare un accordo, che dovrebbe sistemare in parte, e forse anche accelerare, alcune alcune di queste attività. Stiamo chiudendo la vicenda, vediamo come procederà".
L'INTERVISTA INTEGRALE AL PRESIDENTE SIGNORINI
IL COMMENTO
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